Anche il Centro per la Pace e la Legalità “Sonja Slavik” aderisce alla campagna promossa da Amnesty International per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni. Non permettiamo che l’omicidio del giovane ricercatore italiano al Cairo finisca per essere dimenticato. Respingiamo qualsiasi esito distante da una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente. Lo dobbiamo alla famiglia di Giulio, ai suoi amici e colleghi che da ogni parte del mondo chiedono solidarietà
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“notizie dal fronte” : non allarmatevi …è solo una esercitazione
Putin pronto alla terza guerra mondiale se l’Arabia Saudita invade la Siria
Putin non ci sta. La guerra in Siria potrebbe presto degenerare nella terza guerra mondiale. Le grandi potenze, questa volta, stanno seriamente scaldando i motori: l’Arabia Saudita e i suoi alleati stanno per invadere la Siria. Scatenando un conflitto di portata inimmaginabile.
Solo un’esercitazione?
Nonostante gli avvertimenti di Putin e Assad, uno schieramento senza precedenti si sta radunando nel nord dell’Arabia Saudita, vicino ai confini con la Siria, per quella che i media chiamano “esercitazione militare”, in gergo North Thunder (il tuono del nord). 350 mila soldati, provenienti da almeno 21 paesi arabi che hanno firmato un patto lo scorso dicembre per “combattere il terrorismo”, tra cui quelli che si affacciano sul Golfo Persiano (gli Emirati), l’Egitto, il Sudan e il Pakistan, stanno per addensarsi nell’area saudita di Hafer al-Batin, cui secondo molti media sauditi — riportano molte fonti — si aggiungeranno qualcosa come 2.540 aerei da guerra, 20.000 carrarmati e 460 elicotteri, per una 18 giorni di manovre continuative che non ha precedenti nella storia.
La decisione dell’Arabia Saudita è “definitiva e irreversibile“, ha detto il Brig. Gen. Ahmed Al-Assiri durante una conferenza stampa lo scorso giovedì, aggiungendo che i dettagli sarebbero stati precisati dal capo della coalizione, gli Stati Uniti, e che lui rappresentava esclusivamente la decisione dell’Arabia Saudita.
Al-Assiri ha anche aggiunto che se l’Iran vuole unirsi alla coalizione per combattere l’Isis, deve prima “smettere di finanziare i terroristi in Iraq, nello Yemen e in Siria” (ma ci sono prove governative che a finanziare l’Isis siano stati proprio gli alleati USA come l’Arabia Saudita).
Le manovre giungono dopo le dichiarazioni dei regnanti sauditi sulla loro adesione a qualunque operazione di invasione di terra della Siria condotta dai membri della NATO. Questo, unitamente a un dispiego così massiccio di forze militari sul confine siriano, fa ritenere che una tale operazione sia molto vicina. È il primo ministro dell’Arabia Saudita infatti, Adel al-Jubeir, ad aver dichiarato martedì scorso che la proposta di inviare truppe di terra in Siria è stata approvata da Washington, e per la precisione dal Dipartimento di Stato, ovvero dal segretario di Stato John Kerry, che l’ha accolta definendola “naturale”.Le reazioni della Siria e dell’amministrazione di Putin.
Il ministro degli esteri siriano Walid al-Moallem, sabato scorso, non appena la notizia si è diffusa ha replicato che “qualunque intervento di terra in Siria, senza il permesso del Governo siriano, sarà trattato alla stregua di un’aggressione cui si opporrà ogni cittadino siriano“. “Mi dispiace dover dire che torneranno a casa in una bara di legno“, ha poi aggiunto, sottolineando che grazie alla progressiva riconquista di Aleppo, ottenuta con il supporto dell’aviazione russa e che sta tagliando le gambe ai ribelli e all’ISIS, e “in basi ai risultati delle nostre forze armate, siamo sulla strada buona per la conclusione del conflitto” e che “piaccia o no, le nostre conquiste sul campo di battaglia indicano che stiamo procedendo ormai verso la fine della crisi“. Da qui la necessità di un’invasione di terra per non consentire al legittimo governo siriano di tornare a controllare il suo territorio
Pavel Krasheninnikov, un parlamentare della Duma, ha mandato un messaggio forte e chiaro all’Arabia Saudita: “Qualunque operazione militare di terra in Siria senza il consenso di Damasco, sarà considerata una dichiarazione di guerra“. Ma a fare veramente paura sono le parole del primo ministro russo, Dmitry Medvedev, al giornale tedesco Handelsblatt, commentando le esercitazioni programmate dall’Arabia Saudita: “tutte le parti devono obbligarsi a sedere al tavolo dei negoziati, invece discatenare un’altra guerra sulla Terra. Qualunque tipo di operazioni di terra — è una regola — porta ad una guerra permanente. Guardate cosa è successo in Afghanistan e in molte altre zone. E non sto nemmeno a parlarvi della povera Libia. Gli americani e i nostri partner arabi devono pensarci bene: vogliono davvero una guerra permanente? Pensano sul serio che potrebbero vincerla rapidamente? È impossibile, specialmente nel mondo arabo, dove tutti combattono contro tutti“.
….intermezzo di fidel castro “…il compito è complesso ma realizzabile: far passare il mondo dal vecchio stato in cui esso si trova a uno stato nuovo , senza guerra
Durante la Guerra Fredda, che recentemente il capo dell’intelligence americana, James Clapper, ha rievocato, alla minaccia di invasione russa dell’est europeo, la NATO discuteva dell’utilizzo di armi nucleari tattiche per fermare i 20.000 carrarmati russi. Allo stesso modo, è probabile che Putin decida di utilizzare armamenti simili per contrastare l’invasione di terra della Siria condotta dall’Arabia Saudita, con i 20.000 carrarmati predisposti sul fronte. Mosca ha del resto appena ricordato chei lanciamissili russi possono esser equipaggiati con testate nucleari, augurandosi che non ci fosse bisogno di usarli, ed è di questi giorni la notizia che la Russia e l’India hanno raggiunto un accordo per esportare ai loro alleati la tecnologia dei missili supersonici a corto raggio BrahMos, in grado di essere teleguidati e lanciati da sommergibili, da aerei, da navi o da postazioni al suolo.
Non appena le truppe di terra guidate dall’Arabia Saudita invaderanno la Siria, i missili russi S-300 e S-400 (quest’ultimo il sistema anti-aereo probabilmente più sofisticato al mondo) inizieranno ad abbattere i 2.450 velivoli militari NATO e i 460 elicotteri, ma l’unica soluzione per disfarsi delle truppe di terra e dei 20.000 carrarmati saranno le armi nucleari tattiche. Questo darà l’innesco all’escalation, che ai cittadini dei paesi membri della Nato verrà presentata più o meno così: “I russi, guidati da Putin, hanno attaccato i nostri alleati con armi nucleari: non abbiamo altra soluzione che invadere la Siria“.In realtà, sebbene possa apparire cinico e amaro, quello che sta accadendo potrebbe essere un diversivo per distrarre l’opinione pubblica dalla crisi economica. Le banche europee stanno fallendo a causa dei debiti. Deutsche Bank ha perso il 5o% del suo valore, di cui almeno il 40% dall’inizio dell’anno. Se Deutsche Bank fallisce, i 50 mila miliardi di titoli derivati che si porta dietro, venti volte il Pil della Germania, travolgeranno a catena le altre banche. Negli Usa, le banche “too big to fail” sono a rischio, perchè dopo i salvataggi governativi del 2008 hanno continuato a fare quello che facevano. E ora sono ancora più indebitate. Quindi una guerra nucleare leggermente depotenziata potrebbe certamente rappresentare una strategia diversiva per contenere la reazione dei risparmiatori al dissolversi dei loro conti correnti.
armadio della vergogna
ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Sezione del Miranese “Martiri di Mirano”
La Presidente della Camera dei deputati
15 Febbraio 2016
“Armadio della vergogna”: da domani sul sito dell’Archivio storico della Camera 13mila pagine di documenti desecretati della Commissione d’inchiesta sulle stragi nazifasciste. Boldrini: “Nuovo e importante capitolo di un percorso di trasparenza
Sul sito internet dell’Archivio storico della Camera dei deputati, all’indirizzo http://archivio.camera.it/, sarà possibile da domani consultare l’elenco e richiedere copia dei documenti declassificati della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento ………………………
link
http://legxiv.camera.it/_bicamerali/nochiosco.asp?pagina=/_bicamerali/leg14/crimini/home.htm
Il nostro pensiero va a Franco Giustolisi ospite dell’Anpi Mirano e dell’Amm. Com .nel 2002 per la presentazione del suo libro “ L’armadio della vergogna “
Franco Giustolisi, la penna che spalancò «L’Armadio della vergogna»
novembre 11, 2014
La scomparsa di Franco Giustolisi, storico collaboratore del manifesto, priva di una personalità forte e dal carattere senz’altro deciso non solo i molti suoi lettori ma anche i tanti tra storici, studiosi e magistrati che, nel loro campo distinto, si sono avvalsi della sua voce critica. Dopo aver attraversato un trentennio da «inviato speciale» su politica, carceri e lotta armata nell’Italia degli anni ’60-’70, dalla metà degli anni Novanta, in piena transizione post-’89, Giustolisi si incaricò di fare i conti con le radici storiche e le aporie memoriali italiane che proprio dalla Guerra Fredda erano derivate. La sua inchiesta più nota ha finito per comporre una semantica che ha restituito un’immagine diretta e irriducibilmente conflittuale alla storia delle stragi nazifasciste. È infatti grazie all’immagine figurativa de L’Armadio della Vergogna, titolo del suo celebre volume che racconta l’occultamento della documentazione sulle stragi nazifasciste in Italia, che l’opinione pubblica nazionale, ha iniziato ad elaborare una vicenda che richiamava tutte insieme le ragioni della Guerra Fredda e quelle di Stato; l’impunità dei colpevoli e le ragioni mortificate delle vittime fino alle contronarrazioni antipartigiane usate per «dare un senso» e «spiegare» l’indicibile. Se oggi chiunque si avvicini alla materia può utilizzare quello strumento come sintesi di una dialettica complessa lo deve proprio alla sua capacità di rendere intellegibile una questione tanto complessa quanto fondamentale. Lo Stato italiano mentì, occultando le carte e la documentazione delle stragi di civili, la classe dirigente del paese concertò un silenzio politico «costiutente», prodromico ad ogni rifondazione di istituzioni travolte dalla frattura della guerra civile, l’opinione pubblica dell’epoca, infine, preferì dimenticare quelle tragedie e con esse le sue responsabilità rispetto al consenso al fascismo. L’impronta ed il nome dati a quel lavoro di denuncia acquisirono all’epoca, era il 1994, e mantengono oggi una loro unicità di significato come accade solo a quel giornalismo d’inchiesta capace di sottrarsi al circuito della «disinformazione quantitativa» che oggi sembra rendere fatti ed eventi di qualsivoglia natura del tutto indistinguibili sul piano della rilevanza pubblica e valoriale. Il metodo usato ed il senso attribuito agli eventi che Franco Giustolisi, cittadino onorario di Sant’Anna di Stazzema, ha raccontato nel corso della sua battaglia per la verità e la giustizia sulle stragi hanno permesso al suo lavoro di collocarsi in una misura disciplinare trasversale tra storia, diritto e politica, ricollocando l’inchiesta nella sua dimensione pubblica di rapporto tra diritto e dovere all’informazione nella società contemporanea di «rete». L’armadio della vergogna non ha «solo» ridato voce a chi venne travolto dalle logiche militari della guerra ai civili ma rappresenta quel profilo d’indipendenza dell’informazione che, necessario in natura, in epoca di «consensocrazia» diventa indispensabile.
Davide Conti (Il Manifesto del 11/11/14)
10 Febbraio 2016 Per vedere un albero, si corre il rischio di non vedere la foresta.
L’Oblio per essenza con i suoi eventi e interferenze momentanee, può distrarre e difettare la Memoria, quella di esperienze passate importanti e primarie dell’uomo, può far decadere la Memoria storica. Piuttosto il Ricordo vada a rafforzare la Grande Memoria storica dell’Umanità come stato duraturo.
La “Giornata del Ricordo” con il suo carico di dolore per le vittime delle foibe è parte di una immane tragedia vissuta dall’umanità per il volere criminale del nazifascismo dagli anni ’20 al ’45 che ha provocato 60 milioni di morti.
Fascismo e foibe: relazione tenuta dalla storica Alessandra Kersevan nella sede dell’Anpi di Mirano-2011
febbraio 1943 la vittoria di stalingrado febbraio 2016 lettera dei veterani ad Angela Merkel
Lettera a Frau Dorothea Angela Merkel dai reduci della Battaglia di Stalingrado http://sakeritalia.it/
Stimata Frau Merkel!
Nell’anno del 70° anniversario della vittoria sul nazismo, noi, i reduci di quella terribile guerra ed i partecipanti alla sua battaglia più terribile rileviamo come in Europa ancora una volta vaghi uno spettro – lo spettro della peste bruna. In questo momento un focolaio del nazismo è diventata l’Ucraina, dove dall’ideologia ultranazionalista, antisemita e dell’odio del genere umano si è passati alla loro pratica – alla violenza fisica, all’eliminazione dei dissidenti, all’omicidio delle persone motivato da odio etnico, dalla negazione della cultura diversa.
Di fronte a noi immagini note: sfilate di fiaccole, giovani in divisa con distintivi nazisti che alzano il braccio nel saluto nazista, parate fasciste protette dalla polizia statale nel centro di Kiev, dichiarazioni sull’inferiorità di alcuni popoli. Tutto questo lo abbiamo già visto e sappiamo dove ci conduce.
In Ucraina la peste bruna , rinfocolata e riscaldata negli ultimi decenni, è straripata ed ha portato ad una sanguinosa guerra civile. Le formazioni naziste, come “Settore destro”, la cosiddetta “Guardia Nazionale”, numerosi battaglioni informali ma ben armati, tipo “Azov”, con l’appoggio dell’aviazione e dell’artiglieria pesante dell’esercito ucraino sistematicamente sterminano la popolazione dell’Est dell’Ucraina. I civili vengono uccisi solamente perché vogliono parlare la loro lingua madre, perché hanno una diversa opinione sul futuro del loro paese, perché non vogliono vivere in un paese dove governano i sostenitori di Bandera.
Questi ultimi sono i seguaci del cosiddetto “Esercito di liberazione ucraino”, che Le ricordiamo Frau Merkel, combatteva durante la Seconda Guerra Mondiale incluso nella Wehrmacht, così come della Divisione SS “Galizia” partecipando, in particolare, ai massacri degli ebrei sovietici, raggiungendo l’esaltazione dei loro padri e nonni. Con i nomi dei criminali nazisti denominano le strade delle città ucraine! La storia del 20° secolo in Ucraina viene riscritta davanti i nostri occhi! C’è da meravigliarsi come gli attuali sostenitori di Bandera abbiano la luce fanatica negli occhi conosciuta personalmente da noi, veterani sui fronti della Seconda Guerra Mondiale durante la battaglia di Stalingrado, accecati dall’odio chiedono di distruggere il Donbass, bruciare con il napalm l’est del paese. Ci sono le prove documentali che delle persone siano state assassinate solamente perché portavano il nastro di San Giorgio – il simbolo della vittoria sul fascismo.
La verita è, Frau Merkel, che in Ucraina si sta verificando il dilagare su vasta scala del nazismo. Non sono singoli commenti antisemiti nel Parlamento o articoli di ignoranti sulla superiorità di una razza rispetto ad un’altra. Sono crimini sanguinosi, su vasta scala, le cui vittime si contano a centinaia e migliaia. Ma l’Occidente ha una posizione molto strana e noi non la capiamo. Potrebbe essere interpretata come apologia del nazismo ucraino. E’ proprio così che interpretano la posizione dell’Europa in Ucraina ed è così che inizia a percepirlo il popolo russo. E noi vorremmo conoscere che cosa dice il popolo tedesco dall’alto della propria esperienza storica.
Per noi è importante conoscere la Sua opinione, il pensiero di un leader di una grande nazione che si ammalò della malattia bruna una volta ed a costo di orribili perdite riuscì a guarire. Sappiamo come nel vostro paese lottano contro qualsiasi manifestazione del nazismo. E, ci creda, lo apprezziamo. Soprattutto è più difficile per noi capire il motivo ripulendo accuratamente ogni eventuale germe del nazismo nel Suo paese, perché Voi consentiate manifestarlo su larga scala in altre parti d’Europa?
Perché i leader europei marciano a sostegno dei disegnatori francesi uccisi dai terroristi islamici ma non contro il fascismo in Ucraina? Perché a queste marce partecipa il capo dello Stato che ha dato l’ordine di uccidere il proprio popolo? Perché 12 vittime francesi meritano attenzione e le migliaia di russi ed ucraini uccisi no? Sa quanti bambini sono stati uccisi nell’est dell’Ucraina dai teppisti con la svastica nazista sulla divisa? Lo vuole sapere? Le forniremo quest’informazione qualora Le mancasse. Perché i popoli europei osservano serenamente la violenza di massa in Ucraina? O perché di tutto questo semplicemente non parla la Vostra stampa? Dov’è dunque la loro famosa indipendenza? Indipendenza dai fatti? Dalla verità? Qual’é il vero scopo delle Vostre sanzioni economiche? Indebolire la Russia come potenza ? Sostenere il nazismo in Ucraina? O semplicemente svalutare le nostre pensioni che percepiamo come partecipanti alla Seconda Guerra Mondiale?
Stimata Frau Merkel, la storia triste del 20° secolo ci ha insegnato qualche lezione:
1. Riscrivere la storia è una strada diretta verso il nazismo
Con questo sono iniziati tutti i regimi fascisti europei degli anni 20 e 30. Il medesimo percorso è stato intrapreso dall’Ucraina: dalla reiscrizione dei libri scolastici sulla storia alla demolizione dei monumenti sovietici. Il vertice della menzogna è stato raggiunto dalla dichiarazione di Jazenjuk alla stampa tedesca sull’invasione della Germania e dell’Ucraina da parte dell’Unione Sovietica! Vorremmo conoscere la Sua opinione su questo, il parere di un leader di un paese dove per la negazione dell’Olocausto è previsto il carcere.
2. La ricerca dei colpevoli – una manifestazione del nazismo
I regimi fascisti incolpano per il fallimento del proprio paese diversi gruppi: etnici, sociali, religiosi. Negli anni passati in questa veste finirono ebrei e comunisti. Nell’Ucraina attuale la colpa è data ai russi, a tutta la Russia, alla popolazione dell’est del paese.
3. Se il nazismo emerge in un paese, la peste fa il giro del mondo
Non si può promuovere il nazismo in un paese e pensare che rimanga nei suoi confini. L’onda del nazismo arriverà dappertutto scavalcando qualsiasi frontiera. Perciò’ il nazismo è chiamato «la peste bruna». Il nazismo va fermato lontano, in caso contrario arriva anche a casa tua.
4. Il Nazismo non può essere ignorato, può essere solo combattuto
Se qualcuno pensa che dal nazismo ucraino ci si può semplicemente allontanare, ignorarlo, si sbaglia fortemente La natura del nazismo è che persino il trascurarlo lo percepisce come una promozione, una manifestazione della sua potenza. Il nazismo non è locale, può solo crescere e svilupparsi! Per questo l’unica strada per opporsi al nazismo è una lotta brutale ed attiva contro di esso.
5. La più importante arma nella lotta contro il nazismo nelle sue fasi iniziali è la verità
E’ esattamente la verità ciò che sconfigge davvero il nazismo. Mostrando l’essenza del nazismo – l’odio verso il genere umano – espressione della sua ideologia contenuta nelle dichiarazioni dei suoi sostenitori, in particolare la violenza contro la gente, stiamo combattendo contro il nazismo in quanto tale. La verità storica è il migliore mezzo di profilassi contro il nazismo. Se ai giovani ucraini il loro governo non nascondesse la storia reale del loro paese e del loro popolo, i sostenitori del nazismo in Ucraina sarebbero molti di meno. I moderni mass media hanno un ruolo importante: possono sia plasmare il nazismo sia opporsi ad esso.
Stimata Frau Merkel!
La Russia come successore dell’Unione Sovietica ha una speciale missione storica. 70 anni fa abbiamo eliminato il nazismo dall’Europa subendo le peggiori vittime della guerra. Noi, personalmente, gli abitanti di Stalingrado con sforzi sovrumani abbiamo cambiato il corso della storia. Non solo della nostra storia, ma anche di quella europea e mondiale. Non possiamo ammettere un ripetersi del nazismo. Soprattutto sulla soglia di casa. Abbiamo lottato e lotteremo contro questo male. E Vi invitiamo a combatterlo assieme.
Frau Merkel, in Ucraina “Heil” si sente dappertutto. Apertamente e quasi con il supporto delle autorità. E’ ora di fermare il male assieme a tutto il mondo europeo! Ci auguriamo che il popolo tedesco, come tutti gli altri popoli dell’Europa, insieme con il popolo russo schiacci il rettile sul nascere! Il fascismo non passerà ! Viva la pace!
Zagorul’ko Maksim Maksimovich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Cittadino onorario della città eroe Volgograd
Kolotushkin Aleksander Ivanovich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Partecipante della parata di Vittoria del 1945
Sokolova Marija Vasil’evna
Veterana della battaglia di Stalingrado
Infermiera dell’ospedale 4423
Tereschenco Michail Vasil’evich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Cinque volte decorato con l’Ordine della Stella Rossa
Partecipante alla Parata della Vittoria del 1945
Rogov Egor Fiodorovich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Veterano della battaglia di Stalingrado
Partecipante alla liberazione della Crimea e dell’Ucraina
Sirotenco Aleksander Jakovlevich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Veterano dello sfondamento dell’Assedio di Leningrado
referendum popolare: “no” alla riforma del Senato ed alla legge elettorale
L’ANPI per il referendum popolare: “no” alla
riforma del Senato ed alla legge elettorale
22 Gennaio 2016
L’ANPI si schiera per il referendum popolare, per dire “no” alla legge di riforma del Senato ed alla legge elettorale.
La decisione è stata presa nella riunione del Comitato nazionale del 21 gennaio dove si è ampiamente ed approfonditamente discusso circa la riforma del Senato e la legge elettorale e sulla proposta di aderire ai Comitati referendari già costituiti.
La discussione è stata veramente apprezzabile, per la ricchezza e la serietà delle argomentazioni e per la compostezza del confronto. Si partiva dalla proposta del Presidente di aderire ai Comitati referendari già costituiti sull’una e sull’altra legge, tutta fondata sul tema della coerenza nella intransigente difesa della Costituzione, secondo la linea perseguita dell’ANPI negli ultimi due anni. Sulla relazione vi sono stati molti consensi e sono state manifestate alcune perplessità e preoccupazioni, che hanno contribuito – anch’esse – alla valenza complessiva del dibattito, consentendo di arrivare, alla fine, ad un voto sostanzialmente unitario (solo tre astensioni).
In effetti, proprio per il contributo della discussione e del confronto, si è pervenuti, non solo all’esito positivo già indicato, ma anche alla definizione – ai fini della chiarezza – delle modalità e delle “condizioni” che devono caratterizzare l’ingresso dell’ANPI nella compagine referendaria. Questi aspetti, resi evidenti ed esposti nelle conclusioni del Presidente, possono essere così sintetizzati:
- l’ANPI aderisce alla iniziativa referendaria in stretta coerenza con la linea seguita per due anni sul tema della riforma del Senato e sulla legge elettorale, qualificata fin dalla prima manifestazione, al Teatro Eliseo di Roma. come “una questione di democrazia”. La conseguenza logica della approvazione delle due leggi in termini poco diversi rispetto a quelli iniziali, è che la parola va data alle cittadine e ai cittadini perché si esprimano liberamente, senza pressioni e soprattutto senza ”ricatti”;
- nell’aderire ai Comitati referendari già costituiti, l’ANPI mantiene la sua piena autonomia e la sua piena libertà di azione e di giudizio, impegnandosi peraltro a contribuire ad un efficace svolgimento della campagna referendaria, basata, prima di ogni altra cosa, su una corretta e completa informazione delle cittadine e dei cittadini sui contenuti dei provvedimenti di cui si chiederà l’abrogazione;
- l’ANPI non è interessata – nel caso particolare delle riforme – ai problemi più specificamente “politici” (il “plebiscito”, la tenuta e le sorti del Governo, etc.); per la nostra Associazione il tema è solo quello dell’intransigente difesa della Costituzione da ogni “stravolgimento” che rimetta in discussione le linee portanti (anche della seconda parte) ed i valori di fondo; considera la Riforma del Senato e la legge elettorale, così come approvate dal Parlamento, un vulnus al sistema democratico di rappresentanza ed ai diritti dei cittadini, in sostanza una riduzione degli spazi di democrazia;
- l’ANPI esclude la collocazione della battaglia referendaria nel recinto di un qualsiasi schieramento politico, nonché ogni altra opzione politica che non sia quella, appunto, della salvaguardia della Costituzione;
- l’ANPI, che attualmente ha oltre 120.000 iscritti e un’organizzazione estesa all’intero territorio nazionale, deve godere di una rappresentatività all’interno dei Comitati referendari, adeguata a ciò che essa rappresenta, in tema di iscritti e di valori;
- l’ANPI ritiene che – rispetto alle Assemblee pubbliche, pur talora necessarie – debbano essere privilegiati gli incontri e le iniziative di contatto e rapporto con i cittadini attraverso la formazione di Comitati locali, ampi ed aperti e rivolti soprattutto alla popolazione, per informare e convincere sui complessi temi in discussione;
- si ritiene opportuno che i Comitati referendari, se non lo hanno già fatto, provvedano alla costituzione di esecutivi snelli e dotati di particolare autorevolezza, in grado di coordinare ed intervenire con indicazioni, suggerimenti e proposte, anche in rapporto con i comitati locali che si andranno costituendo;
- l’ANPI si riserva di assumere anche iniziative autonome, ma non confliggenti con quelle dei Comitati, per informare sulla posizione assunta e sulle sue caratteristiche anche di autonomia, nonché su tutte le questioni che riguardano le due leggi in discussione.
Questi sono i connotati fondamentali e le “condizioni” dell’adesione dell’ANPI ai Comitati referendari.
Sotto il profilo interno, è evidente che questo ci impegna a dare il nostro contributo, in sede nazionale e in periferia, allo sviluppo della campagna referendaria, con iniziative, con la costituzione dei Comitati, con tutti i mezzi e gli strumenti di informazione e di convincimento.
Naturalmente, ci sono due condizioni “interne”, perché tutto questo si possa svolgere regolarmente: la prima dipende strettamente dalla concomitanza con la campagna congressuale, che culminerà nel Congresso nazionale a metà maggio. Bisogna riuscire a far bene l’una e l’altra cosa, considerando l’importanza che assume per la nostra Associazione, il Congresso, che è occasione di confronto, ma anche e soprattutto di definizione della linea che si adotterà per il futuro.
La seconda è che in una associazione pluralista come la nostra ci saranno certamente opinioni anche diverse da quella prevalsa nel Comitato nazionale; e del resto, alcune perplessità e preoccupazioni sono emerse anche in quella sede. Ebbene, la parola chiave è: “rispetto” di tutte le opinioni, pur nel contesto dell’attuazione delle decisioni assunte. Ognuno sarà libero di votare come crede, quando verrà il momento; ma oggi sono da evitare azioni ed iniziative che contrastino con la linea assunta dal massimo organo dirigente, così come devono essere – da parte di chi è convinto della bontà e della giustezza della decisione adottata – evitati toni e comportamenti che in qualche modo possano apparire prevaricatori. L’ANPI è perfettamente in grado di mantenere la sua preziosa unità se tutti rispettano le regole, le decisioni adottate e – al tempo stesso – le opinioni diverse.
C’è troppo da fare per continuare a discutere all’infinito: c’è il congresso e ci sarà la campagna referendaria. Dunque, c’è lavoro in abbondanza e c’è, soprattutto, la convinzione e la certezza che ciò che facciamo, in piena autonomia e con assoluta attenzione all’identità ed ai valori dell’ANPI, è funzionale al bene del Paese e della collettività e soprattutto all’intransigente (e non conservatrice) salvaguardia della Costituzione.
Non escludiamo la possibilità di iniziative anche autonome, per illustrare e chiarire la nostra posizione e per indicare positivamente (lo ripeto per l’ennesima volta, non siamo per la conservazione dell’esistente a tutti i costi) ciò che si potrebbe (e si dovrebbe) fare, semmai, per superare alcuni difetti del bicameralismo “perfetto”, senza stravolgere la Costituzione, prendendo esempio anche da esperienze già realizzate in altri Paesi.
Pertanto, è opportuno “attrezzarsi”, conoscere bene la legge di riforma del Senato, conoscere bene la legge elettorale, per poterne indicare e spiegare i difetti, i limiti e le ragioni per cui ne chiediamo la cancellazione.
È un momento delicato e complesso; ancora una volta, questo costituirà motivo e stimolo per un impegno solido e convinto.
un mondo senza atomiche
GIORNATE DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2016
Manifestazioni per la Giornata della Memoria
Notizia del 15.01.2016
Il Comune di Mirano dedicherà sei iniziative al ricordo della Shoah in occasione della Giornata della Memoria, che ricorre il 27 gennaio in tutta Europa e in Italia (dove è stata istituita con la legge 211/2000) per ricordare la liberazione del campo di Auschwitz e la rivelazione al mondo intero della terribile tragedia dello sterminio del popolo ebraico. Questa data, il 27 gennaio, è il giorno in cui nel 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.
Dall’istituzione di questa giornata il Comune ha sempre commemorato l’evento e anche quest’anno il programma delle manifestazioni è particolarmente ricco grazie alla collaborazione con le scuole e le associazioni.
Programma (allegata a destra la locandina)
18 gennaio
h 21.00 – Barchessa Villa Giustinian-Morosini “XXV Aprile”
presentazione del libro dello storico Simon Levis Sullam
I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei 1943-45
con la partecipazione dell’autore.
dal 20 gennaio
Biblioteca Comunale
Esposizione di documenti e film sull’Olocausto.
(una bibliografia aggiornata dei materiali sarà disponibile in Biblioteca e consultabile on line su www.comune.mirano.ve.it)
22 gennaio
h 10.00 – Teatro di Mirano
La battaglia dei pedali – Gino Bartali. Un ragazzo controvento
per la rassegna La scuola va a teatro 2015-2016
25 gennaio
h 11.00 – Auditorium cittadella scolastica
incontro degli studenti di Liceo “Majorana-Corner”, IIS “8 Marzo-Lorenz” – IIS “Levi-Ponti” con Olga Neerman, testimone delle deportazioni degli ebrei veneziani
27 gennaio
h 11.00 – Auditorium cittadella scolastica
incontro degli studenti dei bienni Liceo “Majorana-Corner”, IIS “8 Marzo-Lorenz” – IIS “Levi-Ponti” con i partecipanti al viaggio effettuato in novembre ad Auschwitz
h 21.00 – Sala consiliare di corte Errera
L’eredità della memoria. La shoah narrata dai figli dei perseguitati.
Tobia Ravà e Susanna Errera dialogano con Paolo Tonello
organizzato da Acli Mirano
Lunedì 18 gennaio alle ore 21.00 nella barchessa Giustinian Morosini “XXV Aprile” in collaborazione con il Centro per la pace e la legalità “Sonja Slavik” sarà presentato il libro “I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei 1943-45” di Simon Levis Sullam, storico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che sarà presente all’incontro. Interverrà la Sindaca Maria Rosa Pavanello. “In queste pagine – scrive Sullam -vogliamo raccontare chi, in quali contesti, con quali motivazioni e in che modo partecipò nel nostro paese al genocidio degli ebrei. E vogliamo farlo mettendo in primo piano i carnefici, dopo che negli ultimi anni troppo spesso si è parlato soltanto dei salvatori, correndo così il rischio che sulla scena appaiano solo le vittime e i giusti e restino invece in modo crescente, se non definitivamente nell’ombra i persecutori”.
Dal 20 gennaio la Biblioteca Comunale allestirà un’esposizione di documenti e film sull’Olocausto nella sede di corte Errera, visitabile fino a fine mese. Inoltre pubblicherà una bibliografia aggiornata dei materiali disponibili, che sarà consultabile on line nel sito www.comune.mirano.ve.it.
Il 22 gennaio nel Teatro di Mirano andrà in scena per gli studenti delle scuole medie lo spettacolo “La battaglia dei pedali – Gino Bartali. Un ragazzo controvento” per la regia di Ketti Grunchi nell’ambito della rassegna “La scuola va a teatro 2015-2016”. Tre giovani attori racconteranno in modo ironico, poetico e a volte commovente i sogni e le imprese di “Ginettaccio” che incantò l’Italia con la sua bicicletta e che nel settembre del 2013 è stato riconosciuto come “Giusto tra le Nazioni” per il suo impegno come corriere durante l’occupazione tedesca: il ciclista nascondendo documenti falsi per gli ebrei nella canna e nel sellino della sua bicicletta, salva ottocento persone dalla deportazione nei lager. Rischiando la propria vita in nome dell’umanità. La vita di un uomo che visse controvento, tenendo segrete fino alla morte le sue imprese più grandi; un invito alla fatica e al coraggio per le nuove generazioni.
Lunedì 25 gennaio alle ore 11.00 nell’auditorium della cittadella scolastica gli studenti del liceo “Majorana-Corner”, dell’IIS “8 Marzo-Lorenz” e dell’IIS “Levi-Ponti” incontreranno Olga Neerman, testimone delle deportazioni degli ebrei veneziani.
Mercoledì 27 gennaio alle ore 11.00 nell’auditorium della cittadella scolastica gli studenti dei bienni del liceo “Majorana-Corner”, dell’IIS “8 Marzo-Lorenz” e dell’IIS “Levi-Ponti” incontreranno con i partecipanti al viaggio effettuato in novembre nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau.
La sera del 27 gennaio, alle ore 21.00, nella sala consiliare di corte Errera si terrà un incontro su “L’eredità della memoria. La shoah narrata dai figli dei perseguitati” organizzato da Acli Mirano. Il presidente Acli Paolo Tonello dialogherà con l’artista miranese Tobia Ravà e con Susanna Errera, nipote di Nella Grassini Errera e Paolo Errera (sindaco di Mirano dal 1895 al 1920) che furono deportati in Germania nel 1944 in quanto ebrei e non fecero più ritorno.
la resistenza continua
CONGRESSO
GIORNATA DELLA MEMORIA
RICORDO DEI PARTIGIANI FUCILATI AL CIMITERO
DOMENICA 17 GENNAIO 2016, ORE 15.00,
SALA CONSILIARE DI VILLA ERRERA – MIRANO
PROGRAMMA DELLA GIORNATA CONGRESSUALE
1 Commemorazione dei partigiani fucilati al cimitero il 17 Gennaio 1945
2 Saluti a tutti i convenuti ed elezione del Presidente dell’Assemblea
3 Intervento del Sindaco – delle Ass. civili – dei Partiti– delle Sezioni Anpi
3 Nomina della Commissione elettorale e della Commissione politica
4 Intervento del Segretario della sezione sull’attività svolta e sulla linea politica perseguita
5 Intervento del revisore dei conti sul bilancio 2014-2015
6 Apertura dibattito sul Documento Nazionale, proposte emendamenti
7 Riunione commissioni elettorale e politica
8 Chiusura dibattito e nomina del Comitato direttivo
9 Elezioni dei delegati al Congresso provinciale di Venezia.
CHIUSURA CONGRESSO CON FIORI AL “PARTIGIANO” IN PIAZZA MARTIRI
NON MANCATE: “ABBIAMO BISOGNO DI CONFRONTARCI CON VOI””
auguri a tutti anpi mirano
https://www.youtube.com/watch?v=w6C0TNrTxI0