Fermiamoli prima che sia troppo tardi

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Inizia oggi in Senato la demolizione della Costituzione. Il disegno autoritario che non è riuscito a Berlusconi nel 2006 (bloccato dai cittadini col referendum) sta per essere attuato da Renzi, che nessuno ha eletto in Parlamento, guida un governo con una maggioranza diversa da quella per cui il suo partito ha chiesto i voti nel 2013 e fa accordi segreti con un cittadino condannato che sta scontando la pena.

ECCO LE ‘RIFORME’ DI BERLUSCONI E RENZI
Legge elettorale incostituzionale – La Camera sarà ancora composta da 630 Deputati, ma li sceglieranno quasi tutti i segretari dei primi due partiti. Il partito più votato (basta anche il 20%) avrà il 55% e governerà da solo a colpi di decreti e di voti di fiducia.
Cancellazione del Senato – Non potremo più eleggere i Senatori, che saranno scelti anch’essi fra chi è già stato eletto negli enti locali, quindi anche il Senato sarà dominato dai primi due partiti. Comunque non potrà controllare il governo, né votare le leggi.
Niente più organismi di garanzia – Grazie ai due punti precedenti il capo del governo potrà scegliersi il Presidente della Repubblica (a partire dal terzo scrutinio, quando basta il 50%+1) e 10 dei 15 giudici della Corte Costituzionale. Quindi non sarà più possibile bloccare le leggi incostituzionali.
Fine dell’autonomia dei Magistrati – Il capo del governo potrà nominare anche 1/3 del CSM, che potrà comunque controllare attraverso il Presidente della Repubblica, come si è visto con la lettera di Napolitano sul caso Bruti Liberati. Inoltre con le nuove regole sul pensionamento e sui provvedimenti disciplinari (dirottati a una Alta Corte di nomina del governo) i giudici perderanno la loro autonomia.
Immunità per la ‘casta’ – Dopo una stagione di scandali e con tanti politici sotto inchiesta e condannati, l’immunità dei parlamentari viene rafforzata e estesa ai senatori non eletti, cioè a sindaci e consiglieri regionali (nonostante le vicende del MOSE e dei rimborsi elettorali intascati dai consiglieri nel Lazio, in Liguria, Lombardia e Piemonte). Invece di combattere la corruzione si decide di non perseguirla.
Il conflitto di interessi rimane – Nessun provvedimento per cambiare l’anomalia italiana, unico Paese evoluto in cui un capo politico è anche l’uomo più ricco del Paese e controlla buona parte dei mezzi di informazione. Nessun provvedimento nemmeno per garantire l’indipendenza della RAI, né per aiutare la stampa non controllata da industriali e finanzieri.
I cittadini contano sempre meno – I cittadini non potranno esprimere preferenze per la Camera, né scegliere i senatori e nemmeno eleggere i consiglieri provinciali (ma per ora le Province rimangono, anche se con nomi diversi); per le leggi di iniziativa popolare serviranno molte più firme; continuerà a non esserci nessuna garanzia sul rispetto delle scelte dei cittadini espresse nei referendum (come insegna quello sulla ripubblicizzazione dell’acqua).

Rete per la Costituzione

L’italia ha bisogno di riforme, ma per far pagare le tasse agli evasori, per lottare contro la grande criminalità, per difendersi dagli attacchi della speculazione finanziaria, per creare posti di lavoro e dare sicurezza ai più deboli. Non dobbiamo per questo rinunciare alla democrazia e consegnare tutto il potere a una persona sola. Sappiamo già come andrebbe a finire.