Lettera ai senatori

costituzione_italianaRiceviamo e diffondiamo questo appello di Silvia Manderino di Rete per la Costituzione:

Vi allego la lettera che la “Rete per la Costituzione” ha inviato ieri sera, 13 luglio 2014, al Presidente del Senato e a ciascuno dei 315 senatori in previsione della discussione sul DDL – partita oggi nell’aula del Senato – con cui il Parlamento è in procinto di modificare l’ordinamento costituzionale della Repubblica.
Come penso saprete, domani, 15 luglio, a Roma ci sarà un presidio davanti al Senato (concentramento iniziale in Piazza delle Cinque Lune), organizzato da varie associazioni e comitati, per fare sentire la voce dissonante dei molti cittadini che non accettano una riforma che stravolgerebbe l’impianto costituzionale disegnato dalla Carta.
La situazione – in presenza di un silenzio assordante da parte della quasi totalità degli organi di informazione sulle posizioni contrarie ad un progetto di natura plebiscitaria che si vuole imporre a tutta la cittadinanza italiana – è di estrema gravità.
Lo stanno dicendo da tempo molte persone, dai costituzionalisti ai comuni cittadini.
L”indifferenza generale è ciò su cui contano i fautori di questo progetto (partito, come noto, dal cosiddetto “patto del Nazareno”).
Questo progetto di controriforma costituzionale potrebbe definitivamente incidere sul futuro del Paese democratico.
Cerchiamo di unire tutte le forze per contrastare questo disegno.
Diffondete come e più potete.
Un caro saluto

Silvia Manderino

Questa la lettera ai senatori:

Il progetto di riforma costituzionale sottoposto all’esame dell’Aula del Senato a partire da lunedì 14 luglio 2014, è oggetto di grande preoccupazione per molti cittadini italiani che, manifestando in varie forme la loro opposizione, considerano la Costituzione repubblicana il fondamento della convivenza democratica.
Con il referendum confermativo del 2006 la maggioranza degli italiani impedì il tentativo di stravolgere le norme su cui si fonda l’ordinamento dello Stato italiano.
Oggi questo progetto torna ad imporsi, ma ha l’aggravante di essere il frutto di accordi intervenuti tra due soggetti privati, uno dei quali ha commesso gravi reati contro lo Stato per i quali è stato definitivamente condannato ed ha in corso l’espiazione della pena.
Questa intollerabile situazione è certamente una delle più gravi anomalie per cui l’Italia si distingue tra gli altri Paesi europei.
Mancano però anche evidenti ragioni giuridiche perché l’attuale Parlamento italiano –  frutto  di una legge elettorale che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima – possa disporsi a modificare la Costituzione, iniziativa di vitale importanza per il futuro del Paese e che i cittadini italiani, tra l’altro, non hanno mai chiesto venisse promossa e attuata.
Non vi sono fondate ragioni per trasformare il Senato della Repubblica in mera “camera consultiva”, privata delle fondamentali funzioni che la Costituzione ha attribuito proprio pensando al bilanciamento dei poteri costituzionali e per di più formata da soggetti non eletti dai cittadini italiani ma nominati in altri luoghi e per altre funzioni.
Se a ciò si aggiunge la previsione di estendere l’immunità parlamentare a senatori nominati, allora la violazione appare manifesta a cominciare dai principi sanciti dall’art. 3 della Carta.
Il progetto che vi accingete a discutere al Senato in prima lettura, dopo che alla Camera è stata approvata una nuova legge elettorale che presenta tutte le caratteristiche di illegittimità costituzionale della precedente, autorizza i cittadini a ritenere che vi sia una volontà diretta ad eliminare dalla Costituzione i principi della democrazia rappresentativa per introdurre un sistema di investitura plebiscitaria.
Questo è il concreto e grande rischio che corre la Repubblica.
Ed è un pericolo che è vostro compito sventare.
Il vostro ruolo impone non solo di considerare le ragioni di quella che appare come una radicale modifica della struttura istituzionale dello Stato, ma di assumere la responsabilità di una decisione che potrebbe segnare nel futuro la fuoriuscita da una Repubblica democratica.
Come cittadini componenti associazioni e comitati in difesa della Costituzione presenti in varie parti d’Italia e uniti nella “Rete per la Costituzione”, vi sollecitiamo affinché il progetto di riforma costituzionale in discussione venga fermato.

                                                                                    Rete per la Costituzione