Consapere cinematografico : ore 21 “preludio alla guerra-la battaglia di Russia”
di Frank Capra premio Oscar 1943
Consapere cinematografico : ore 21 “preludio alla guerra-la battaglia di Russia”
di Frank Capra premio Oscar 1943
domani 18 giugno 2015 sicuramente troverete sui giornali una pagina “Esteri” che avrà come argomento
i rapporti “nucleari ” fra le due Superpotenze USA e Russia . La UE e l’Italia non saranno escluse da questa
nuova corsa agli armamenti : vi facciamo vedere quello che i mass-media non vi dicono e non vi mostreranno mai…….
L’ARTE DELLA GUERRA
La corsa alle armi high-tech
Manlio Dinucci
La parata militare ai Fori Imperiali, con cui il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica che nella sua Costituzione ripudia la guerra, nasconde dietro la facciata retorica una realtà sempre più drammatica: l’accelerazione della corsa alle armi high-tech, in cui l’Italia è coinvolta tramite la Nato. Corsa guidata in tutti i campi dagli Stati uniti.
Una settimana fa il «Comando dell’attacco globale» ha lanciato dalla California un missile intercontinentale Minuteman III, colpendo con una testata sperimentale un atollo nel Pacifico a 8mila km di distanza. Con questi test il Comando verifica «l’affidabiità» dei 450 Minuteman III, pronti al lancio con le loro testate nucleari. Il Congresso ha stanziato oltre 200 miliardi di dollari (acconto su circa 1000 miliardi in dieci anni) per potenziare le forze nucleari, con altri 12 sottomarini da attacco (7 miliardi l’uno, il primo già in cantiere), armato ciascuno di 200 testate nucleari, e altri bombardieri strategici (550 milioni l’uno), ciascuno armato di 20 testate nucleari.
L’Esercito sta sperimentando armi laser capaci di abbattere velivoli, mettere fuori uso i visori e accecare i soldati nemici; la Marina ha già istallato un cannone laser sulla nave Ponce, precisando che «deve ancora essere usato in un combattimento reale»; l’Aeronautica annuncia che dal 2022 armerà di laser i suoi cacciabombardieri.
In forte sviluppo anche il settore dei droni e robot da guerra. Mentre si modernizzano i droni teleguidati (il Global Hawk ha superato le 150mila ore di volo), si sperimentano velivoli da attacco completamente robotizzati: l’X-47B ha effettuato in volo il primo rifornimento automatico di carburante. Il caccia F-35C per le portaerei, annuncia il Segretario alla marina, «sarà probabilmente l’ultimo con pilota a bordo». Nel 2016 sarà sperimentato anche un robot subacqueo che, lanciato da un sottomarino, individua e segue automaticamente le navi nemiche.
Dalla guerra robotizzata a quella spaziale il passo è breve: il 20 maggio è partito per la sua quarta missione segreta l’X-37B, un mini-shuttle robotico della U.S. Air Force già testato per quasi 4 anni nello spazio. Il generale Greaves, nuovo capo del Comando spaziale, ha dichiarato che gli Stati uniti «useranno tutti i mezzi per mantenere la supremazia nello spazio».
Alla corsa partecipano sulla scia degli Usa i maggiori paesi europei della Nato: dieci giorni fa, i ministri della difesa di Francia, Germania e Italia hanno firmato il memorandum d’intesa per lo sviluppo di un velivolo robotico da guerra. Israele partecipa alla corsa con nuovi droni e armi nucleari, armi che può continuare a sviluppare dopo che la proposta araba di convocare nel 2016 una conferenza per creare in Medioriente una zona libera da armi nucleari è stata bloccata all’Onu da Usa, Canada e Gran Bretagna.
Russia, Cina e altri paesi, che sono nel mirino strategico Usa/Nato, reagiscono di conseguenza. La Russia sta sviluppando il Sarmat, un nuovo missile balistico intercontinentale le cui testate nucleari manovrano al rientro nell’atmosfera per evitare i missili intercettori dello «scudo» Usa, e il sottomarino della classe Borey, estremamente silenzioso, armato di 200 testate nucleari. Missili e sottomarini analoghi sono costruiti dalla Cina che, secondo il Comando Usa, sta sperimentando anche armi spaziali anti-satellite per accecare i sistemi di attacco statunitensi.
Su tutto questo cala il blackout mediatico, mentre i riflettori vengono puntati sui bambini che, alla parata militare del 2 giugno, festeggiano con ombrelli tricolori. Non la pace, come gli è stato detto, ma la guerra che li aspetta.
(il manifesto, 2 giugno 2015)
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“I GIORNI VERI”
Le ragazze nella Resistenza
(cortometraggio)
Venerdì, 22 maggio, ore 20.45
Sala Conferenze di Villa Errera, incontro con
Maria Teresa Sega
Aderiscono: la Commissione Pari Opportunità e il Centro Pace “Sonja Slavik”
A sentirsi intorno questa primavera diversa dalle altre,
primavera con dentro ormai la fine certa,
s’ha tanta speranza di bene e tanta fede di meglio che si è come matti,
come in una domenica a vent’anni
I giorni veri, diario partigiano di Giovanna Zangrandi
Avere vent’anni e vivere in guerra: il paese occupato, i militari allo sbando, i fratelli braccati….Non poche furono le donne che nella nostra regione, come in altre, dopo l’8 settembre 1943 scelsero di non stare ad aspettare, ma reagirono, si opposero ai nazisti e ai fascisti loro alleati, parteciparono al movimento di liberazione o lo sostennero. Erano ragazze giovani , alcune giovanissime, di famiglia antifascista oppure no, studentesse, maestre, operaie o contadine, comuniste o cattoliche, o semplicemente avevano maturato avversione alla guerra e nello sfascio dell’Italia vollero fare la loro parte per costruire un futuro diverso. Divennero staffette: tennero collegamenti, trasportarono armi, esplosivo e munizioni, procurarono cibo, vestiti e scarpe per i partigiani, si presero cura dei feriti, vegliarono e seppellirono i morti. Alcune combatterono a fianco dei loro compagni, alcune caddero e fu loro conferita la medaglia al valore militare. La maggior parte fece la guerra senz’armi, usando le armi del coraggio, dell’intelligenza, della fede, della prontezza di spirito. Arrestate, resistettero a carcere e torture senza tradire. Lo fecero con naturalezza e semplicità (“non si poteva dire di no”) e, a guerra finita, non chiesero riconoscimenti, si tennero lontane da celebrazioni, parlarono con discrezione. Ripresero la loro vita, studiarono, si sposarono ed ebbero figli. Alcune scelsero di continuare la resistenza nell’impegno sindacale, politico o sociale. Una divenne la prima donna ministro della Repubblica. Tutte si sentirono cambiate. Oggi, dopo 60 anni, è difficile capire che cosa è stata quell’esperienza, insieme terribile ed esaltante, per una generazione di donne cresciute nel fascismo, educate ad ubbidire, ad assecondare un destino già scritto. La scelta della Resistenza ha avuto anche il valore di rottura di quel destino femminile, di conquista del diritto di cittadinanza, di affermazione di soggettività per sé e per le altre. Noi, oggi, vogliamo ricordare di essere figlie e nipoti di quella scelta, vogliamo accogliere e custodire il patrimonio di valori che ci consegnano affinché non vadano dispersi, o peggio, non siano negati, nel trascorrere dei tempi e nel passare delle generazioni.
Abbiamo pensato che il modo migliore fosse ascoltare le testimoni e lasciarci guidare dai loro racconti: le ottantenni di oggi sono le ragazze di allora. Ragazze con i calzettoni e le trecce che correvano in bicicletta leggere e veloci, piene di paura e di sogni, di rabbia e di speranza: così ce le restituiscono le immagini. Ci hanno aperto i loro cassetti e i loro album, ci hanno spalancato le loro memorie per raccontare di sé e di altre che non ci sono più. Come Carmen, atrocemente torturata, morta suicida dopo la guerra. Come le altre che non possono più o non vogliono raccontare.
Abbiamo scelto di rappresentare le diverse appartenenze, sociali, culturali, politiche, territoriali, senza tuttavia nessuna pretesa di esaustività, piuttosto costruendo un racconto, uno dei tanti possibili, a più voci, per evocare un clima, capire con quale spirito hanno affrontato quei venti lunghi mesi, come vissero quei giorni, “i giorni veri” che aprirono loro gli occhi e le menti. E come li ricordano oggi. Non si sofferma il film a raccontare le singole biografie, a descrivere vicende drammatiche (esilio, carcere, fame, rastrellamenti, rappresaglie, torture, deportazioni). Il film vuole soltanto suscitare l’incontro tra giovani di oggi e di sessant’anni fa. Chi vorrà sapere potrà leggere l’ormai vasta memorialistica e storiografia. E chi vorrà, potrà raccogliere la “staffetta”, come dice Lina in chiusura, che loro ci vogliono consegnare.
Luisa Bellina e Maria Teresa Sega
Lunedì 11 maggio 2015 ci ha lasciato il partigiano BRUNO TOMAT DEMONTE
8 maggio 2015
In Polonia le associazioni dei reduci di guerra organizzano programmi speciali l’8 maggio e il 9, insieme ai funzionari dell’Ambasciata russa, depongono corone di fiori ai monumenti ai caduti per la liberta’ del paese e di tutta l’Europa:
Alla cerimonia, dice Maria Cekaleva-Demidovskaja, addetto stampa dell’Ambasciata russa in Polonia, sono invitati i nostri connazionali e i reduci di guerra che abitano in Polonia e in Russia. Le manifestazioni commemorative avranno luogo a Poznan, a Danzica e Cracovia. Oltre al ricevimento, organizziamo un concerto al Centro russo della scienza e della cultura.
Il 9 maggio, dice il politologo e giornalista tedesco Aleksandr Rar, in Germania saranno deposte corone di fiori ai numerosi monumenti ai soldati sovietici. Alle celebrazioni parteciperanno i rappresentanti delle ambasciate di Russia e delle ex repubbliche sovietiche, i nostri connazionali e i veterani che abitano a Berlino. Inoltre vi saranno anche i tedeschi, figli degli eroi della lotta antifascista.
In Francia si ricorda l’8 maggio, dice il politologo Dmitrij de Koshko’, cosi’ come si ricorda l’11 novembre, la fine della Grande Guerra. Benche’ si metta in rilievo la vittoria sul nazismo, l’accento viene posto sulla riconciliazione con la Germania.
Peccato che negli ultimi anni i francesi dimenticano la guerra e la sua storia. Molti credono che la sconfitta del nazifascismo sia dovuta allo sbarco in Normandia nel ’44, come se non fosse mai esistita l’Armata Rossa, come se non ci fossero state Stalingrado e Kursk.
Spero, conclude il politologo francese, che l’anno prossimo, nell’anniversario della battaglia di Stalingrado, avremo l’occasione di ricordare all’opinione pubblica quanto alto sia stato il prezzo pagato dal popolo sovietico per questa vittoria.
In Austria ai primi di maggio il parlamento, alla presenza dei vertici politici, ha ricordato le vittime del regime nazista. Dice l’ambasciatore di Russia a Vienna, Serghej Neciaev:
Le manifestazioni principali si svolgono l’8 maggio, al memoriale di Schwarzenbergplatz, con la partecipazione dei reduci di guerra venuti dalla Russia e i sopravissuti agli orrori del campo di sterminio Mauthausen. Inoltre in programma un concerto degli artisti russi. Ogni anno e’ un evento di grande portata, solenne e commovente.
Negli Stati Uniti il 25 aprile viene ricordato l’incontro sull’Elba, a cui partecipo’ anche Davide Willet:
Combattemmo con l’unico obiettivo: sconfiggere Hitler. In questa guerra nacque un forte sentimento di fratellanza con i russi. Non permetto mai a nessuno di parlare male dei russi. Hanno fatto tanto per noi, non lo dimentichero’ mai.
Per saperne di più: http://it.sputniknews.com/italian.ruvr.ru/2012_05_08/74133605/
Dopo aver analizzato le conseguenze catastrofiche della seconda guerra mondiale Riprendiamo i principali avvenimenti del conflitto basati sulla concretezza con l’apporto di documenti di archivio e scarsamente noti e di memorie di protagonisti militari e politici apparteneni ai paesi belligeranti.
La seconda guerra mondiale può essere convezionalmente divisa in cinque periodi.
Primo periodo : dal 1° Settembre 1939 al 21 giugno 1941. Inizio della guerra con l’attacco alla Polonia e penetrazione delle truppe tedesche nei Paesi dell’Europa occidentale.
Secondo periodo : dal 22 giugno 1941 al 18 Novembre 1942 . Aggressione della Germania nazista contro l’Urss, diffusione della guerra su vasta scala , fallimento della teoria hitleriana della guerra lampo.
Terzo periodo : dal 19 novembre 1942 al 31 dicembre 1943 . Radicale mutamento nell’andamento della guerra e tracollo della strategia offensiva del blocco fascista.
Quarto periodo: dal 1 gennaio 1944 al 9 maggio 1945 . Disfatta del blocco fascista in Europa ,cacciata delle truppe nemiche dal territorio dell’Urss, apertura del secondo fronte in Normandia , liberazione dei paesi europei dall’occupazione , tracollo definitivo della Germania nazista e sua capitolazione incondizionata.
quinto periodo : dal 9 maggio al 2 settembre 1945 . Disfatta del militarismo giapponese , liberazione dei popoli dell’Asia dall’occupazione nipponica e conclusione della seconda guerra mondiale. (continua)