20 aprile 1945: i 20 bambini di Bullenhuser Damm

H. Wassermann 8 anni
Jacqueline Morgenstern 13 anni
Lelka Birnbaum 12 anni
Mania Altman 7 anni
Marek James 6 anni
Riwka Herszberg 7 anni
Roman Witonski 6 anni
Roman Zeller 12 anni
Ruchla Zylberberg 9 anni
Eduard e Alexander Hornemann 12 e 9 anni
Sergio De Simone 8 anni

 

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Questi sono i bambini di Bullenhuser Damm o almeno sono le foto di 12 dei 20 bambini impiccati dalle SS nella cantina di questa scuola di Amburgo trasformata dai nazisti in un luogo di supplizio. Degli altri otto non si conoscono i visi ma questi sono i loro nomi: Goldinger Surcis (11 anni), Junglieb W. (12 anni), Klygermann Lea (8 anni), Mekler Bluma (11 anni), Reichenbaum Eduard (10 anni), Steinbaum Marek (10 anni), Witónska Eleonora (5 anni) e Georges-André Kohn (13 anni). Questa è la loro storia:

Nell’aprile del 1945 gli Alleati stanno avanzando rapidamente nella Germania nazista. La guerra è ormai decisa e l’8 maggio sarà firmata la resa incondizionata. Intanto coloro che sanno quali crimini hanno commesso distruggono tutte le prove possibili. In quel periodo nel campo di concentramento di Neuengamme si trovano anche 20 bambini ebrei di età compresa tra i cinque e i dodici anni. Sono dieci femmine e dieci maschi, tra cui due coppie di fratelli e sorelle. Per mesi il medico delle SS Dr. Kurt Heißmeyer si è servito di loro come cavie per esperimenti medici. Ha immesso con sonde nei polmoni dei bambini bacilli tubercolotici vivi. Ha asportato le ghiandole linfatiche. Durante l’interrogatorio nel 1964 Heißmeyer ha dichiarato “per me non esiste alcuna differenza tra ebrei e cavie”. Il 20 aprile 1945 i bambini assieme a quattro detenuti adulti che li avevano assistiti nel campo di concentramento vengono portati in una scuola di Amburgo. Arrivano verso la mezzanotte. Gli adulti sono i medici francesi Gabriel Florence e René Quenouille, gli olandesi Dirk Deutekom e Anton Hölzel. È la scuola di Bullenhuser Damm, campo esterno del campo di concentramento di Neuengamme. Tutto il gruppo viene portato nello scantinato. Gli adulti vengono impiccati ai tubi di riscaldamento sotto il soffitto. Ai bambini fanno una iniezione di morfina per farli dormire. Li impiccano ad un gancio sulla parete. Johann Framm, uomo delle SS, si appende con tutto il peso del suo corpo al corpo del bambino per stringere il cappio.
Durante un interrogatorio nel 1946 Frahm dichiara “di aver appeso i bambini a un gancio come quadri alla parete”. Nessun bambino ha pianto.
Dopodiché vengono impiccati 24 prigionieri di guerra sovietici. Non si conoscono a tutt’oggi i loro nomi.
Nel dopoguerra, come se non fosse successo questo orribile crimine, ad Amburgo la vita riprende il suo corso. Si riapre la scuola e agli scolari non si racconta nulla di ciò che era successo nella cantina dell’edificio. Non si cercano i genitori e i parenti delle vittime, ben presto si dimenticano gli assassini. Solo alcuni ex prigionieri del campo di concentramento di Neuengamme vengono a Bullenhuser Damm tutti gli anni per deporre fiori. Gli imputati durante il processo al Curio-Haus nel 1946 hanno accusato Arnold Strippel, primo comandante responsabile del campo esterno del campo di concentramento di Neuengamme ad Amburgo, di essere stato complice al crimine di Bullenhuser Damm. Nel 1949 Strippel è stato condannato all’ergastolo per i crimini commessi a Buchenwald, ma nel 1969 viene scarcerato e riceve un risarcimento in denaro. Nel 1967 la Procura di Stato di Amburgo archivia gli atti del processo per “insufficienza di prove”. Alcuni parenti dei bambini sono sopravvissuti al ghetto e ai campi di concentramento e pur avendo fatto difficili ricerche per tanti anni, non sapevano cosa fosse successo ai bambini. Inoltre in seguito alla deportazione molti dei sopravvissuti avevano perso tutto ciò che possedevano, oggetti personali, ricordi. Erano rimaste solo poche fotografie conservate dai parenti emigrati o vissuti nascosti fino alla liberazione.
33 anni dopo questo terribile evento il giornalista Günther Schwarberg è riuscito a portare alla luce la storia dei 20 bambini. Nella rivista “Stern” ha pubblicato una serie di articoli con il titolo “Il medico delle SS e i bambini ” ed è riuscito a rintracciare i loro parenti facendo lunghissime ricerche in molti Paesi. Con il suo libro tradotto in sei lingue (non in italiano), Schwarberg ha salvato la loro storia. A tutt’oggi sono stati trovati i parenti di 16 dei 20 bambini e il 20 aprile 1979 sono venuti per la prima volta a Bullenhuser Damm per la cerimonia commemorativa. Erano presenti anche 2000 amburghesi. È stata fondata l’Associazione dei bambini di Bullenhuser Damm, per tenere vivo il ricordo delle vittime in stretto contatto con i parenti e il presidente onorario è Philippe Kohn di Parigi, fratello di Georges-André Kohn, il bambino francese ucciso. Nello stesso anno l’avvocatessa Barbara Hüsing ha denunciato Strippel per assassinio e la Procura di Stato ha riaperto il caso, ma nel 1983 sono stati di nuovo archiviati gli atti del processo. Per dimostrare il fallimento della giustizia tedesca nel caso Arnold Strippel l’Associazione dei bambini di Bullenhuser  Damm ha insediato nel 1986 nella scuola di Bullenhuser Damm un “Tribunale Internazionale”: erano presenti i parenti delle vittime ed ex detenuti del campo di concentramento di Neuengamme. Dal 1980 nella cantina della scuola di Bullenhuser Damm c’è un museo e il memoriale oggi non è solo per Amburgo un importante luogo della memoria e di attività educative, ma ha importanza internazionale.
Migliaia di persone hanno piantato rose nel “giardino delle rose” per ricordare i bambini di Bullenhuser Damm . Dal 1991 nel quartiere di Amburgo Schnelsen Burgwedel ci sono le strade con i nomi dei venti bambini, un asilo, un centro giochi e un parco.

http://20bambini.proedieditore.it/html/vicenda.htm

http://www.kinder-vom-bullenhuser-damm.de/_italiano/index.html