27 luglio a Pian de le Femene: Pastasciutta antifascista

10463064_656932831050249_1840745326269007830_nAnche quest’anno la sezione A.N.P.I. “La Spasema” – sinistra piave e la Nino Nannetti di Vittorio Veneto offriranno a chi vorrà “avventurarsi” a Pian de le Femene nel comune di Limana, nel piazzale antistante il Museo Partigiano A.Piol una pastasciutta (naturalmente accompagnata da un buon bicchiere di vino rigorosamente rosso) in memoria di quella storica offerta di Alcide Cervi proprio il 27 aprile del 1943 per festeggiare la caduta del fascismo avvenuta solo due giorni prima.
Sarà nostro ospite Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli trucidati dai fascisti il 28 dicembre del 1943 e il comandante partigiano Egildo Moro “Romo”.
Adelmo, inoltre nella serata di sabato 26 con inizio alle 20.30 presenterà presso la Società Operaia di Lentiai il suo ultimo libro: “Io che conosco il tuo cuore – Storia di un padre partigiano raccontata da suo figlio”.
Per chi vorrà alle 9.30, con partenza dal piazzale del Museo, passeggiata sui luoghi della resistenza attorno al monte Frontal accompagnati da una guida. L’escursione di circa due ore non presenta nessuna difficoltà anche se si consigliano calzature e abbigliamento consono.
Nel pomeriggio, monologo sula Resistenza di Simone Menegaldo autore e saggista dell ‘ ISTRESCO di Treviso.

Mel, 23 febbraio 2013: inaugurazione della mostra “Quando morì mio padre”

Sabato 23 febbraio alle ore 18, presso il Palazzo delle Contesse a Mel (BL), ci sarà l’inaugurazione della mostra: “Quando morì mio padre. Disegni e testimonianze di bambini dai campi di concentramento del confine orientale (1942-1943)”, preparata dall’Istituto Gasparini di Gorizia e organizzata dalla sezione Anpi “La Spasema”. La mostra illustra i crimini fascisti italiani contro la comunità slovena e croata al confine orientale italiano. Nello specifico indaga l’odissea dei bambini sloveni deportati nei campi di Gonars, Visco, Arbe-Rab e Monigo (Treviso) tra il 1942 ed il 1943, attraverso le testimonianze di bambini internati nel campo, raccolte tra il 1944 e il 1945. Si articola in 26 grandi pannelli in italiano e in serbo.
La mostra è nata così: Metka Gombac, nel suo lavoro all’Archivio di stato sloveno, dirige il reparto dedicato alla resistenza. E’ uno degli archivi più ricchi di documentazione su questo fenomeno in Europa. Proprio collaborando con le colleghe di Venezia (scrivevano un articolo sulle donne e sui bambini nella seconda guerra mondiale) si è riusciti a rintracciare una cinquantina di disegni e scritti datati nel 1944 e scritti da bambini sopravvissuti ai campi di concentramento che, tornati a casa, dovevano frequentare i corsi delle scuole riaperte dai partigiani. Il ‘direttore’ didattico, informato dalle maestre “che i bambini rimpatriati rivivevano i drammi trascorsi essendo molto irrequieti e depressi e che bisognava fare qualcosa per rimuovere i patimenti patiti”, impartì alle maestre il consiglio di fare una specie di gara dove dovevano riscrivere e disegnare quello che avevano provato nei “campi”, affinchè “dessero fuori il loro patimento”. È chiaro che si pensava a sanare il PTS (Post traumatic sindrom) e oggi i colleghi psicologi direbbero proprio così, ma allora si pensò solo di alleviare loro il peso del ricordo.
Alla prima mostra organizzata a Ljubljana sono stati invitati all’inaugurazione quasi tutti i bambini sopravvissuti. Allora avevano l’età dai sette ai dieci anni e oggi ne contano settanta in più. Gli organizzatori sono riusciti a creare un ambiente incredibile. I bambini di allora rivedevano i propri compiti dopo decine di anni e rivivevano l’ambiente e la situazione di allora. I sopravvissuti hanno rivisto per la prima volta i propri compiti di scuola di 70 anni prima . Non potevano credere che la storia si fosse ricordata di loro, dei loro patimenti e della loro gioventù provata dall’esperienza del lager.
I testi ed i disegni sono conservati nell’Archivio di Stato della Repubblica di Slovenia e nel Museo di Storia Contemporanea di Lubiana e costituiscono oggi una delle testimonianze più preziose e drammatiche di una delle pagine più buie della nostra storia.

Le foto dell’inaugurazione della mostra