Nell’esporre la sua netta contrarietà all’esecuzione di «Fischia il vento e infuria la bufera» durante le celebrazioni del 25 aprile, il commissario prefettizio di Alassio ha spiegato agli ultimi, stupefatti partigiani che la festa della Liberazione è apolitica. Non me ne voglia Sua Eccellenza, ma fatico a trovare una festa più politica dell’abbattimento di una dittatura. Politica in senso nobile e bello, al netto degli orrori reciproci che purtroppo fanno parte di ogni guerra civile.
Oggi il modo più diffuso per commemorare la Liberazione consiste nel rimuoverla, annegandola in un mare di ignoranza. Un signore ha scritto scandalizzato dopo avere udito all’uscita da una scuola la seguente conversazione tra ragazzi: «La prof dice che giovedì non c’è lezione». «Vero, c’è qualcosa tipo… una liberazione». Ma anche i pochi che sanno ancora di che cosa si tratta preferiscono non diffondere troppo la voce «per non offendere i reduci di Salò», come si è premurato di precisare il commissario di Alassio. Una sensibilità meritoria, se non fosse che a furia di attutire il senso del 25 aprile si è finito per ribaltarlo, riducendo la Resistenza alla componente filosovietica e trasformando le ferocie partigiane che pure ci sono state nella prova che fra chi combatteva a fianco degli Alleati e chi stava con i nazisti non esisteva alcuna differenza. La differenza invece c’era, ed era appunto politica. Se avessero vinto i reduci di Salò saremmo diventati una colonia di Hitler. Avendo vinto i partigiani, siamo una democrazia. Nonostante tutto, a 68 anni di distanza, il secondo scenario mi sembra ancora preferibile. Grazie, partigiani.
Massimo Gramellini “La Stampa” 24.4.2013
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Le più complesse vicende del confine orientale
Sabato 16 marzo alle ore 18 a Trieste presso la libreria Knulp, in occasione della pubblicazione del numero 300 de “La Nuova Alabarda e la coda del diavolo” si terrà l’iniziativa pubblica:
“Le più complesse vicende del confine orientale”: come se ne parla dopo otto anni dall’istituzione della legge sul giorno del ricordo del 10 febbraio?
Relatrice Alessandra Kersevan, ricercatrice storica ed editrice.
Le foibe istriane del 1943: presentazione dei due dossier “Il caso Norma Cossetto” ed “In difesa di Ivan Motika”, editi da “La Nuova Alabarda”.
Relatrice Claudia Cernigoi, giornalista e ricercatrice storica.
A cura del gruppo di Resistenza Storica e della redazione de “La Nuova Alabarda”.
9 settembre: manifestazione al Pian del Cansiglio
Album fotografico all’indirizzo: http://imgur.com/a/JyyhS#0
Terza Festa Nazionale dell’Anpi a Marzabotto
Dal 14 al 17 giugno a Marzabotto (BO) si svolgerà la terza Festa Nazionale dell’ANPI.
Carlo Smuraglia, Presidente dell’ANPI:
Abbiamo scelto un luogo che “parla da sé”, e che allo stesso tempo è in grado di costituire uno straordinario motore di partecipazione, di entusiasmo civile, di utile e forte immersione nelle radici, e, di più, un concentrato simbolico fortissimo: la memoria per costruire un futuro di libertà e democrazia. Allo scopo l’abbiamo dedicata a tutte le vittime delle stragi nazifasciste, ma intitolata proprio “la memoria batte nel cuore del futuro”
Il programma: https://docs.google.com/open?id=0B9EZVVVyy4LjNFpGWmFBZkYzak0ONpCLX8qSy8gnUj01NNyXSL4
Carlo Smuraglia: “L’attentato a Brindisi, gravissimo e vile”
“Le notizie circa l’orribile attentato avvenuto questa mattina a Brindisi colpiscono e preoccupano fortemente”.
Inizia così una dichiarazione di Carlo Smuraglia, presidente nazionale ANPI mentre in tutta Italia si estendeva la mobilitazione.
“Si tratta – aggiunge – di un gravissimo e vile atto diretto a colpire la vita di giovani studenti e mirato ad una scuola, nei pressi di un Tribunale. Una vita spezzata e molte preoccupazioni per gli altri giovani colpiti. Un fatto tremendo, che suscita anche preoccupazioni vivissime per le sue caratteristiche, oltreche’ per la gravità; un fatto che esige una netta condanna, quale che ne sia la matrice, anche se molti elementi fanno pensare a un atto mafioso; ma spetta alle Autorità competenti accertare il movente e le responsabilità, comunque gravissime per la convivenza civile e per la stessa democrazia”.
“Un fatto contro il quale bisogna – sottolinea Smuraglia – reagire con forza, con un nuovo impegno delle coscienze civili e democratiche e con una tangibile e concreta manifestazione, da parte di tutte le cittadine e i cittadini, della volontà di uscire dal baratro in cui troppi vorrebbero spingere il nostro Paese. Basta con la violenza, basta con i tentativi di destabilizzazione. Il Paese, già tanto provato dalla crisi, ha diritto di uscire da una fase oltremodo difficile e dura, nel solco della solidarietà, del rispetto della vita e della dignità delle persone, sulla via della speranza di un futuro migliore”.
“Questi sono i sentimenti e le volontà che ogni ognuno di noi deve esprimere, assieme alla commozione, al cordoglio, alla solidarietà affettuosa per le famiglie e le persone colpite; sentimenti e volontà – conclude Smuraglia – che mi sento di manifestare, in questo momento terribile, a nome non solo mio, ma di tutta l’ANPI”.
Smuraglia ha inoltre firmato l’appello lanciato dall’Unione degli Studenti “Non si può morire entrando a scuola”: http://www.unionedeglistudenti.net/sito/
Intanto tutta l’ANPI si mobilitava nel Paese, con prese di posizioni pubbliche e partecipazione a presidi e manifestazioni.
Questo il comunicato del Comitato Provinciale di Brindisi:
“Contro lo stragismo e la violenza, unità di tutte le forze democratiche.
Con il barbaro attentato di questa mattina a Brindisi dinanzi all’ingresso dell’istituto Morvillo Falcone che ha causato la morte di una giovanissima alunna e il ferimento di una decina di altre si è voluto colpire, non solo la scuola che è simbolo della difesa dei diritti e della legalità, ma anche l’innocenza ed il futuro dei nostri giovani.
Il criminale attentato giunge in un particolare e delicato momento, nell’avvio di un nuovo percorso democratico conseguente alle elezioni del nuovo consiglio comunale che avrà il compito di affrontare i gravi problemi che affliggono la città ed attendono delle decise risposte.
In questi giorni il territorio della provincia di Brindisi era coinvolto in una serie di iniziative conseguenti alla lotta alle mafie e per la legalità mentre la magistratura e le forze dell’ordine sferravano un duro attacco alle organizzazioni criminali presenti sul territorio.
Pur non escludendo qualunque ipotesi riteniamo comunque che quest’attentato sia un grave attacco alla democrazia e alla libertà e a tutti i valori della civile convivenza.
Aderiamo alla manifestazione unitaria indetta dai sindacati e dalle istituzioni delle ore 18 a Piazza Vittoria”.
18 Maggio: “Fascist Legacy” in Sala Errera a Mirano
“So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori” Benito Mussolini ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943.
Fascist Legacy (“L’eredità del fascismo”) è un documentario in due parti sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale, realizzato e mandato in onda nei giorni 1 ed 8 novembre 1989 dalla BBC.
La prima parte tratta dei crimini di guerra commessi durante l’invasione italiana dell’Etiopia e nel Regno di Jugoslavia. Enfasi vi viene posta sull’impiego dell’iprite, o gas mostarda, da parte del Generale Pietro Badoglio, sui bombardamenti di ospedali della Croce Rossa e sulle rappresaglie dopo un attentato contro l’allora Governatore italiano dell’Etiopia. La sezione che esamina l’occupazione della Jugoslavia cita gli oltre 200 campi di prigionia italiani sparsi nei Balcani, in cui morirono 250.000 internati (600.000 secondo il governo jugoslavo), e si sofferma sulle testimonianze relative al campo di concentramento di Arbe (Rab in lingua serbo-croata) e sulle atrocità commesse nel villaggio croato di Podhum, presso Fiume.
La seconda parte tratta del periodo successivo alla capitolazione italiana nel 1943 e si rivolge principalmente all’ipocrisia mostrata tanto dagli USA quanto soprattutto dai britannici in questa fase. L’Etiopia, la Jugoslavia e la Grecia richiesero l’estradizione di 1.200 criminali di guerra italiani (i più attivamente ricercati furono Pietro Badoglio, Mario Roatta e Rodolfo Graziani), sugli atti dei quali fu fornita una completa documentazione. Entrambi i governi alleati videro però in Badoglio anche una garanzia per un dopoguerra non comunista in Italia, e fecero del loro meglio per ritardare tali richieste fino al 1947 quando i Trattati di Parigi restituirono la piena sovranità al paese: gli stati sovrani in genere non estradano i propri cittadini. L’unico ufficiale italiano mai perseguito e condannato a morte da un tribunale britannico fu un antifascista, Nicola Bellomo, responsabile della morte di prigionieri di guerra britannici. La voce narrante originale è di Michael Palumbo, storico americano autore del libro “L’olocausto rimosso”, edito -in Italia- da Rizzoli. Vengono inoltre intervistati gli storici italiani Angelo Del Boca, Giorgio Rochat, Claudio Pavone e il britannico David Ellwood.
I diritti dell’opera, tradotta in lingua italiana dal regista Massimo Sani, furono acquistati dalla RAI nel 1991, ma il documentario non venne mai mandato in onda. L’emittente La7, invece, trasmise degli ampi stralci di Fascist Legacy nel 2004 all’interno del programma Altra Storia.
In compenso la Rai il 7 febbraio 2005 (in occasione della Giornata del Ricordo), trasmise lo sceneggiato “Il Cuore nel Pozzo” che in sostanza è un impianto di memoria artificiale stile “Total Recall”: durante la seconda guerra mondiale, un’Italiana residente in Slovenia e il suo bambino, frutto della violenza subita da un partigiano sloveno, son minacciati dalla furia slava del partigiano, che vorrebbe trucidare lei e il bimbo. Sarà un prete italiano, don Bruno, a metterli in salvo. Il pozzo è ovviamente la foiba dove finirà don Bruno.
Non venne trasmesso “Fascist Legacy” perché in quel documento si racconta che gli Italiani che invasero l’ex Jugoslavia fecero un carnaio: distrussero e incendiarono interi villaggi, giustiziarono, violentarono e torturarono, gestirono campi di concentramento, dove si andava a morire anche per il semplice fatto di NON essere italiani.
Una giornata per la Memoria, una per il Ricordo. Cosa succede quando la memoria storica più imbarazzante viene annullata? Che si creano ricordi falsi per riempire il vuoto. Il documentario “Fascist Legacy” sarebbe una buona cura ma la Rai non lo manda in onda. Da 23 anni.
Numerose sezioni dell’Anpi e altrettante organizzazioni antifasciste l’hanno proiettato in questi anni in tutta Italia e adesso lo proietta l’Anpi di Mirano nella Sala Conferenze di Villa Errera il giorno 18 maggio alle ore 20.30. Ingresso libero.
Qui il video completo:
http://www.youtube.com/watch?v=2IlB7IP4hys&feature=plcpGino Donè – Un veneto con Guevara
Riceviamo dagli amici della sezione “La Spasema” dell’ANPI di Belluno Sinistra Piave, l’invito per una serata su Gino Donè un partigiano che ha combattuto nella Resistenza veneta ed è stato uno dei primi rivoluzionari nella spedizione sul battello Granma nel 1956. Il giorno 27 aprile alle ore 20.30 presso il Palazzo delle Contesse a Mel (BL) verrà proiettato il documentario “Gino Donè – Un veneto con Che Guevara”. Venite numerosi.
La locandina: 27_aprile_300dpi
IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO – UN UOMO UN PARTIGIANO Fotografie di Danilo De Marco
“Ho raccolto in questi anni i volti dei partigiani italiani, “francesi” (armeni, ebrei, polacchi, tedeschi), greci, austriaci …: i loro volti oggi, segnati dal tempo; volti a mio avviso che ci riguardano e ci concernono. Leggi tutto “IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO – UN UOMO UN PARTIGIANO Fotografie di Danilo De Marco”
Neofascisti contestano un partigiano
Dopo aver visto “Nazirock” ci chiedevamo quando sarebbe successa la prossima aggressione fascista: è successo ieri mattina al Liceo Avogadro di Roma, durante un dibattito in cui è intervenuto il partigiano Mario Bottazzi invitato dagli studenti dell’Avogadro a parlare della Resistenza in vista dell’imminente 25 aprile. Leggi tutto “Neofascisti contestano un partigiano”
25 aprile: il comandante Diavolo (Al Dievel)
Tra poco è il 25 aprile: vorremo ricordare i partigiani che sono ancora tra di noi e, tra i tanti, Germano Nicolini che riesce nei suoi discorsi a far capire quanta emozione e quanta voglia di non arrendersi (resistere) c’è ancora nella sua vita, nonostante le batoste e le umiliazioni ricevute. Da ascoltare e far conoscere. Leggi tutto “25 aprile: il comandante Diavolo (Al Dievel)”