La marcia su Predappio

Da “Il Fatto” del 4 novembre 2012, la risposta di Furio Colombo a un lettore:

“Da cittadino sono allarmato e angosciato. Parliamo di tutto con concitata enfasi, dalle primarie al disfacimento del Pdl. Ma non dei fascisti. Ciò che il 28 ottobre è avvenuto a Predappio mi sembra non sono squallido e spregevole, ma anche pericoloso. Perché tanto distratto e mal riposto senso di superiorità per l’evento come se fosse solo un carnevale?”
Altiero

Desidero raccogliere e rilanciare questo segnale con lo stesso stato d’animo del lettore: disgusto e allarme. Il disgusto è perché questa gente si sente libera e autorizzata e persino apprezzata mentre sta trascinando in giro i cadaveri delle vittime del fascismo. Sono tanti, se si contano tutti gli ebrei italiani, tutti gli oppositori politici, da Gramsci a Rosselli, dalle Fosse ardeatine ai luoghi di tortura (ma poi bisogna includere sia i soldati italiani morti nella guerra più vergognosa, sia le stragi di popolazioni africane ed europee di cui i fascisti sono stati protagonisti esclusivi o abbietti complici. Ma l’allarme è fondato perchè tutto ciò avviene, impunemente ai giorni nostri, senza attenzioni, senza senso di oltraggio, e con una passiva e sterile tolleranza che è la vera ragione di allarme. Fra tanti problemi e tante emergenze, non si fa caso a un ritorno che purtroppo è in sintonia con molti fatti europei, dalla Grecia all’Ungheria, dalla Romania all’Austria. Fascisti in divisa si affacciano come una curiosità (sono pochi ormai coloro che non hanno visto gente con quella divisa uccidere oppositori o consegnare ai tedeschi bambini ebrei). Ma non dite che è finita la guerra ed è cominciato il carnevale. Fascismo e nazismo sono sempre stati un osceno carnevale, anche mentre praticavano le stragi e alimentavano i forni. Non c’è purtroppo contrapposizione fra carnevale e delitto. È vero, ora beneficiano della nuova letteratura pseudo storica che fa apparire le vittime come i veri colpevoli, quando insorgono e lottano per liberarsi. La somma fra l’ottuso fascismo di coloro che sfilano nella lugubre divisa di morte e gli scrittori votati alla denigrazione della Resistenza è un team potente, lo stesso mix di feroce ignoranza e di interessata scaltrezza che ha fatto il primo fascismo. Bisognerà avere il coraggio dell’antifascismo di allora.

Furio Colombo