Gino Donè – Un veneto con Guevara

Riceviamo dagli amici della sezione “La Spasema” dell’ANPI di Belluno Sinistra Piave, l’invito per una serata su Gino Donè un partigiano che ha combattuto nella Resistenza veneta ed è stato uno dei primi rivoluzionari nella spedizione sul battello Granma nel 1956. Il giorno 27 aprile alle ore 20.30 presso il Palazzo delle Contesse a Mel (BL) verrà proiettato il documentario “Gino Donè – Un veneto con Che Guevara”. Venite numerosi.

La locandina: 27_aprile_300dpi

http://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Don%C3%A8_Paro

IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO – UN UOMO UN PARTIGIANO Fotografie di Danilo De Marco

“Ho raccolto in questi anni i volti dei partigiani italiani, “francesi” (armeni, ebrei, polacchi, tedeschi), greci, austriaci …: i loro volti oggi, segnati dal tempo; volti a mio avviso che ci riguardano e ci concernono. Leggi tutto “IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO – UN UOMO UN PARTIGIANO Fotografie di Danilo De Marco”

Elezioni a Mirano

A.N.P.I

 DEL MIRANESE

 

APPELLO A NON DIMENTICARE

 

In questo particolare momento della vita politica nazionale e locale, è fondamentale mantenere alto il livello di guardia contro ogni forma di provocazione intesa a creare divisioni interne al fronte delle forze antifasciste che devono rimanere unite nella difesa dei principi e degli ideali nati dalla Lotta di Liberazione posti a fondamento dello Stato Democratico e sanciti dalla Costituzione Repubblicana.

 

Siamo un popolo che spesso perde la memoria, tradendo il sacrificio dei suoi figli migliori, morti per restituire all’Italia la Libertà e la Democrazia e che  quando è chiamato ad operare scelte importanti, cade in una sorta di torpore, rinunciando a riflettere sugli avvenimenti che hanno segnato la sua storia più recente, anche a livello locale. La città di Mirano, medaglia d’argento al valore, grazie all’azione di tutte le forze di opposizione, è finalmente uscita dal tunnel di una amministrazione comunale di centro destra, che è stata capace, nella sua pochezza, di farsi conoscere e ricordare dall’opinione pubblica nazionale, più per le sconcertanti e degradanti dichiarazioni dei suoi rappresentanti politici che per la qualità e la lungimiranza delle sue scelte di governo.

 

Tra i molti episodi vogliamo ricordare:

 

-Dicembre 2009 – Da un consigliere ex A.N. viene avanzata la proposta per spostare il monumento dedicato ai martiri di Mirano dall’attuale sistemazione ad altro luogo poiché:quel monumento identifica una sola parte politica”. Dalla “Nuova Venezia” del giorno 1/12/09.

-Reazioni forti e sdegnate dell’A.N.P.I e di tutte le forze  antifasciste. Il monumento è rimasto al suo posto com’era giusto che fosse così come  la città di Mirano lo ha voluto in ricordo dei suoi martiri.

 

-Ripetuti, scioccanti interventi da parte di esponenti della Lega Nord su temi riguardanti l’immigrazione e l’integrazione degli extra comunitari con attacchi al parroco di Mirano e con la pubblicazione su Internet di una dichiarazione favorevole alla tortura da infliggere agli immigrati.

-Risposta unitaria di migliaia di antifascisti che partecipano alla manifestazione nazionale in piazza Mirano il 12 dicembre 2009. Grande, civile momento di vita politica fortemente sentito dove, vecchie e nuove generazioni, si sono ritrovate unite contro la barbarie razzista.

 

-Novembre 2010: proposta della giunta di intitolare una strada di Mirano a Giorgio Almirante, esponente della R.S.I e fucilatore di partigiani in un quartiere dove altre vie sono dedicate a G. Matteotti, Don Minzoni, ai f.lli Rosselli e una scuola superiore porta il nome di Primo Levi .

-L’A.N.P.I e le forze antifasciste, promuovono la mobilitazione degli antifascisti con una raccolta di firme e la distribuzione di volantini nei quartieri. Si organizza una manifestazione in piazza Martiri presente il presidente provinciale dell’A.N.P.I, Marcello Basso con sit-in all’esterno della Sala Consiliare durante la riunione del Consiglio Comunale, con il canto di “Bella Ciao”.

 

 

Il già sindaco di Treviso, G. Gentilini, in piazza Martiri a Mirano, durante un comizio per la campagna elettorale del 2008 suggerisce di fucilare alla schiena i comunisti. Sono presenti sul palco i rappresentanti dei partiti che sostengono la candidatura Cappelletto: U.D.C./P.D.L./LEGA NORD

 

Questi sono solo alcuni dei molti episodi sconcertanti che documentano i livelli raggiunti da una coalizione di centro destra che, riconoscendosi pienamente nella decennale azione del governo Berlusconi, ne ha condiviso metodi e finalità.

Quest’ultime, sono state sapientemente collocate all’interno di una strategia tesa a creare le condizioni per un uso ad personam delle leggi, in un quadro di delegittimazione delle Istituzioni Democratiche e degli organi preposti al controllo dei diversi poteri dello Stato. Uno strapotere mediatico che continua a corrompere le giovani generazioni proponendo loro, come unici orizzonti, il successo personale, il consumismo e l’amnesia storica.

 

E’ all’operato di questa ex maggioranza, attraversata da lotte intestine, defezioni, ambiguità, trasformismi e incapacità di amministrare il bene comune, che i partiti democratici e antifascisti di Mirano, oggi, sono chiamati a dare una risposta unitaria e coerente con la loro storia, esprimendo forti segnali di discontinuità con il passato e dimostrando di essere in grado di promuovere il riscatto civile e morale di una città, Martire della Resistenza.

 

L’ANPI del Miranese chiede che chi si candida a governare la città metta al primo punto del suo programma  l’antifascismo  come scelta qualificante di un’azione politica che garantisca le forme democratiche di partecipazione popolare e il rispetto della persona contro ogni manifestazione di discriminazione razziale, ideologica, religiosa.

Attuare e divulgare i principi sanciti dalla Carta Costituzionale nata dalla Lotta di Liberazione e posta a fondamento della Democrazia.

Riavvicinare i cittadini, i giovani in particolare, all’impegno sociale e politico e ai valori ideali che da questo si possono trarre.

Ridare credibilità alle Istituzioni con l’onestà e la competenza di chi vi si dedicherà e le rappresenterà.

Operare perché sia difeso il diritto al lavoro, allo studio, alla cultura, alla salute, in particolare verso le classi economicamente più deboli.

-Sostenere l’accoglienza e l’integrazione tra tutti i cittadini.

Educare alla Pace e alla Mondialità, rifiutando la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali così come sancito dall’articolo 11 della Costituzione.

 

 

CREARE  E’  RESISTERE

RESISTERE  E’  CREARE

Stéphane Hessel

 

 

Documento approvato dal Direttivo ANPI del Miranese nel corso della seduta del 16 marzo 2012

CINE-RESISTENZA -in collaborazione con la Rete Degli Studenti Medi Mirano

L’ ANPI di Mirano, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, e la Rete degli Studenti Medi di Mirano, associazione di studenti caratterizzata come sindacato studentesco, presentano

CINE RESISTENZA!

4 serate di rassegna cinematografica e dibattito su temi sociali e politici, sia storici che contemporanei.
Analizziamo la società attraverso la pellicola, creiamo un ponte fra più generazioni a confronto:
FACCIAMO CINE RESISTENZA!

Prima pellicola in proiezione “GENERAZIONE 1000 €”
REGIA: Massimo Venier
TRAMA: Matteo (Alessandro Tiberi), 30 anni, brillante laureato con la passione per la matematica, lavora nel marketing di un’azienda in fase di “riorganizzazione”. Divide la vita e la casa con Francesco (Francesco Mandelli) il suo migliore amico un genio della playstation con la passione per il cinema. L’arrivo in ufficio di un nuovo vice direttore marketing, Angelica (Carolina Crescentini), e quello, in casa, di una nuova coinquilina, Beatrice (Valentina Lodovini),daranno vita ad una serie infinita di peripezie. Con tante novità e grandi scelte da compiere, Matteo, riuscirà in poco tempo a cambiare completamente la sua vita.

L’incontro è gratuito e aperto a tutta la cittadinanza.

27 Gennaio 1945, Auschwitz viene liberata dall’esercito sovietico. Grazie Armata Rossa!

nessuno ha ringraziato coloro che hanno aperto i cancelli di Aus-birkenau
come segretario dell’ Anpi del Miranese sento il dovere morale storico politico umano
di farlo attraverso il sito dell’ANPI-MIRANO

GRAZIE ! GRAZIE! GRAZIE ! GRAZIE! GRAZIE! Bruno Tonolo

 

Giorno della Memoria 2012. Da Auschwitz-Birkenau a Jasenovac: Testimonianza diretta di Luigi Baldan

27 Gennaio 2012
“Giorno della Memoria”

OLOCAUSTO
da Ausw-Birkenau a Jasenovac

Documenti video
sui campi di sterminio europei

La solidarietà tra gli internati nei lager nazisti:
la testimonianza di Luigi Baldan

NON ESTRANIATEVI!

Sala Conferenze
Villa Errera – ore 20.45
MIRANO (VE)

Noi veneti indifferenti alle vittime di ieri e di oggi

ECCO COME FERDINANDO CAMON HA PRESENTATO  “Nessun giusto per Eva”:

Noi veneti indifferenti alle vittime di ieri e di oggi

Dal libro di Francesco Selmin «Nessun giusto per Eva» una riflessione Gli euro-cristiani non riconoscono gli altri come uguali a loro
di FERDINANDO CAMON
del 10 dic.2011

Noi veneti sappiamo poco, quasi niente della nostra storia. Anche di quella recente e grandiosa: per esempio, cos’è capitato nella seconda guerra mondiale, a Padova Este Castelbaldo Legnago Verona Rovigo Vicenza, cos’han fatto i fascisti, cos’han fatto i nazisti, come si sono comportati i nostri padri. Credevamo che le vittime dei nazi-fascisti, sui Colli Euganei, fossero una trentina. Poi uno storico di Este, un grande storico, dal metodo rigoroso e tenace, Francesco Selmin, si è messo a svolgere lunghe ricerche, e dopo due mesi è arrivato a contare una cinquantina di vittime, dopo altri due mesi ottanta, e infine ha superato il centinaio.
Ora questo stesso storico riesuma un argomento già scavato ma mai con tanta ricchezza di dettagli: la Shoah di Padova città e provincia. Cos’è successo agli ebrei padovani, dopo la decisione tedesca di procedere alla soluzione finale, e dopo la decisione italiana di accodarsi al turpe alleato nazista, e attuare le leggi razziali? Il libro di Selmin, che sarà in libreria da oggi, stampato a Verona dalla Cierre, s’intitola “Nessun giusto per Eva”, isolando tra le vittime la ragazzina Eva Ducci, con tanto di foto sulla copertina. Sì, il lamento è questo: non ci furono “giusti”, nel senso in cui usa Israele questo termine, onorando coloro che han fatto quel che han potuto per salvare gli ebrei.
Ma devo dire a Selmin che non mi sono lasciato prendere dalla corrente della sua narrazione che avanza ad estuario, diramandosi qua e là per accompagnare le vittime verso il loro ineluttabile destino (quasi tutte son finite ad Auschwitz-Birkenau, e lì han concluso la loro vita nel giro di pochi giorni o di pochissime ore), la mia angosciata attenzione era sempre per lo stesso problema, che non può non porsi alla nostra coscienza: noi, uomini di oggi, ci saremmo comportati diversamente? Avremmo capito? Avremmo avuto coscienza della non-differenza tra le vittime e noi, e l’assurdità di quella differenza che allora chiamavano razza?

I quasi cento ebrei, rastrellati a varie riprese a Padova e nel padovano, e prima riuniti nella villa Contarini Venier a Vo’, hanno avuto poca o nessuna comprensione da parte della popolazione che pure aveva spartito la vita con loro. L’immensa catastrofe si è svolta senza che le coscienze dei vicini ne vedessero l’ingiustificabilità.

Ho letto in passato, in un’altra fonte, che il parroco di Vo’, che ha prestato aiuto a queste vittime, alla loro domanda: “Ma cosa vogliono da noi?”, rispose con non stupida chiarezza: “Vogliono i vostri beni”. È una spiegazione marxiana: i beni, i soldi, gli ori, le case. Ma c’è anche una spiegazione freudiana. Col passar dei secoli gli ebrei venivan sentiti come irrimediabilmente “altri”, cioè nemici, e poiché si era in guerra, venivan trattati come nemici interni, perciò pericolosi, da eliminare. Chiamatela, se volete, spiegazione nicciana. Ma questo spiega il rapporto tedeschi-ebrei. E gli italiani? Noi cercavamo una terza posizione, che non c’era.
Gestito dai fascisti, il campo di concentramento di Vo’ non era un lager tedesco (com’era per esempio la Risiera di San Sabba a Trieste), non era un “mulino da ossa”, costruito per frantumare l’essere umano. Ma la ricerca di una terza posizione (per cui Vo’ ebbe anche un comandante “buono”), poiché lo spazio per una terza posizione non c’era, finisce per diventare collaborazionista, e cioè non evita il male, ma lo lascia accadere.

Sapevano, i nostri padri, il crimine che si compiva sotto i loro sguardi e con la loro, inerte o attiva, collaborazione? No, ma questo non li assolve. Allora come ora. Noi, euro-cristiani, non sappiamo riconoscere gli altri come uguali a noi. Né gli altri lontani (gli indigeni d’America, dopo Colombo), né gli altri colonizzati (che gasavamo o impiccavamo con crudele indifferenza), né gli altri in casa nostra, gli stranieri che arrivano ogni notte, morendo a decine.

Scambiamo la nostra superiorità tecnica ed economica per una superiorità umana. Gli altri sono diversi di pelle lingua costumi morale religione, e questa diversità noi la traduciamo in diversità di diritti. Non sono come noi, perciò non possono avere i nostri stessi diritti.
Dalla Shoah son passati settant’anni, tre generazioni. Adesso cominciamo a capire qualcosa. Se dell’indifferenza di oggi, verso i nuovi scarti della società, avremo coscienza fra altri settant’anni, vuol dire che il problema di capire vien demandato ai figli dei nostri figli. Appena nati. O ancora da nascere.
10 dicembre 2011

 

Giornata della Memoria: La lunga marcia dei 54

In occasione della “GIORNATA DELLA MEMORIA” dei partigiani
fucilati dai nazifascisti al cimitero di Mirano il 17-gennaio-1945 la
Sezione di Mirano dell’Anpi presenta il film:

“La lunga marcia dei 54”.

 

alle ore 20.45 del 20 gennaio 2012 presso la Sala Conferenze di
Villa Errera a Mirano con interventi di Alberto Gambato e Laura
Fasolin. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

 
scarica volantino:

Giornata della memoria – La Lunga Marcia dei 54

 

SINOSSI:
Dopo un rastrellamento durato tutto il giorno precedente nelle campagne di
Castelguglielmo (RO) e costato la vita ad 11 tra civili e partigiani, il 15 ottobre 1944
a Villamarzana (RO) il regime nazifascista perpetrò l’esecuzione di 43 persone,
partigiani e non, tramite fucilazione. Venne adottata la legge tedesca 1-10. Un ‘Primo
Esempio’ di rappresaglia rispetto alle azioni partigiane nel Medio ed Alto Polesine.
LAURA FASOLIN / Coordinatrice del progetto Centro di Documentazione sugli
eccidi nazifascisti di Villamarzana (RO):
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LA RESISTENZA IN MONTAGNA

LA RESISTENZA IN MONTAGNA

[Relazione di Roberto Tacca al convegno organizzato dall’ANPI di Mirano per la “Giornata della Memoria dedicata ai Martiri di Mirano, Sala conferenza di Villa Errera, Mirano, 11 dicembre 2011]

Convegno a Mirano, 11 dicembre 2011.

Ritengo necessario, per una buona comprensione dell’argomento, focalizzare l’attenzione su 3 punti principali tra loro collegati: le principali caratteristiche dell’Alpenvorland; la Resistenza nelle province di Bolzano e Trento; la Resistenza nel bellunese.

Se parliamo di Resistenza in montagna diventa necessario un prologo di cosa fosse l’Alpenvorland e del perché della sua creazione.
All’indomani dell’annuncio dell’armistizio italiano con le forze alleate il regime nazista fondò due regioni autonome a statuto speciale di fatto annesse, pur senza alcuna dichiarazione, al III Reich (10 settembre 1943). Si tratta dell’Alpenvorland (Prealpi), che inglobava le province di Bolzano, Trento e Belluno; e dell’ Adriatisches Kustenland (Litorale Adriatico) che comprendeva una zona più vasta dal Friuli fino a Fiume, in Istria, e quasi tutta l’attuale Slovenia.
Noi qui ci occuperemo solo Continua a leggere