2 febbraio 1943: liberazione di Stalingrado

… Porre il problema dell’esistenza di Dio a Stalingrado, significa negarlo. Te lo devo dire, caro padre, e mi rincresce doppiamente. Tu mi hai educato, perché mi mancava la mamma, e mi hai sempre messo Dio davanti agli occhi e all’anima.
E doppiamente mi rincrescono queste mie parole, perché saranno le mie ultime, e non potrò mai più dirne altre capaci di cancellarle e di espiarle.
Tu sei pastore di anime, padre, e nell’ultima lettera si dice solo la verità, oppure ciò che si ritiene vero. Ho cercato Dio in ogni fossa, in ogni casa distrutta, in ogni angolo, in ogni mio camerata, quando stavo in trincea, e nel cielo. Dio non si è mostrato, quando il mio cuore gridava a lui. Le case erano distrutte, i camerati erano tanto eroici o così vigliacchi quanto me, sulla terra c’erano fame ed omicidio e dal cielo cadevano bombe e fuoco. Soltanto Dio non c’era. No, padre, non c’è nessun Dio. Lo scrivo di nuovo, e so che è una cosa terribile e per me irreparabile. E se proprio ci deve essere un Dio, è solo presso di voi, nei libri dei salmi e nelle preghiere, nelle pie parole dei preti e dei pastori, nel suono delle campane e nel profumo dell’incenso. Ma a Stalingrado, no. (Ultime lettere da Stalingrado, Einaudi)

Oggi, 2 febbraio, ricorre il  70° anniversario della liberazione di Stalingrado (oggi Volgograd) dopo una delle più lunghe e terribili battaglie della II guerra mondiale.
La battaglia, durò oltre sei mesi e costò la vita ad almeno 750.000 militari e 250.000 civili. La vittoria delle truppe sovietiche nella battaglia di Stalingrado fu di grande importanza politica e di rilievo internazionale e rinforzò la resistenza nei paesi europei occupati dai nazifascisti. Nel luglio 1942 i tedeschi occupano la metà del territorio dell’URSS in Europa, con 80 milioni di abitanti e vi massacrano 10 milioni di persone, 2,7 milioni dei quali ebrei (i russi riescono a salvarne un milione).  I russi morti nella II guerra mondiale furono 26 – 27 milioni (fra il 15 e il 20% della popolazione) e ad essi vanno aggiunti decine di milioni di invalidi, di orfani, di senzatetto.

Albert Einstein: “Senza la Russia, questi cani sanguinari tedeschi avrebbero raggiunto il loro obiettivo o, in ogni caso, ci sarebbero arrivati vicino. I nostri figli e noi abbiamo un grande debito di gratitudine verso il popolo russo che ha sopportato immense perdite e sofferenze”». Ernest Hemingway: “Ogni essere umano che ama la libertà deve più ringraziamenti all’Armata Rossa di quanti possa esprimerne in tutta una vita”.