Pastasciutta antifascista

Domenica 29 Luglio 2012 al Museo-Rifugio in Pian de le Femene l’ANPI di Vittorio Veneto e l’ANPI “La Spasema” di Limana (BL) vi invitano ad un pranzo conviviale, ovvero la Pastasciutta Antifascista: la pastasciutta verrà offerta come vuole la tradizione iniziata dalla Famiglia Cervi di Campegine, Reggio Emilia, nel 1943 (vedi in seguito la spiegazione). Ci servirebbe sapere circa quanti stomaci antifascisti vorranno partecipare, perciò, per segnalare la vostra presenza e per informazioni varie, chiamate:
Augusto Segat (versante vittoriese): 348 2550653
Roberto Gallina (versante bellunese): 328 1645825
Come arrivare in Pian de le Femene: https://maps.google.it/maps?q=46.013416%2C12.227007&ll=46.013498%2C12.226549&spn=0.002105%2C0.004823&num=1&t=m&z=18

Il 25 luglio del 1943, il Gran consiglio del Fascismo vota la sfiducia a Benito Mussolini e il re lo fa arrestare. Cade il regime. A Campegine, in provincia di Reggio Emilia, si fa festa. Una famiglia di contadini un po’ particolari per l’ingegno e la passione che mettono nel lavorare la terra e nell’opporsi alla dittatura, fa il più bel funerale del Fascismo, per dirla con le loro parole.
Decide di offrire al paese un piatto di pasta asciutta. Sono i sette fratelli Cervi con il padre Alcide, la madre Genoeffa e tante altre famiglie della zona. Tempi di fame e povertà, anche nella bassa reggiana, c’è la guerra combattuta e c’è la voglia di sperare. I Cervi ricreano la piazza, la riprendono dopo anni di adunate pilotate, offrendo pastasciutta a tutti i compaesani, una pasta frutto della farina e delle braccia di più persone che non avevano molto. Al massimo potevano fare una pasta in bianco, con burro e parmigiano, ma quella la fecero.

Ballata: omaggio a Wyslava Szymborska

Ieri sera a Mirano in Villa Belvedere Licia Maglietta con Angela Annese ha portato in scena un reading di poesie della poetessa polacca premio nobel Wyslava Szymborska. Questa è una delle poesie lette durante la serata.

L’odio  

Guardate com’è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilità supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.
Non è come gli altri sentimenti.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.
Religione o non religione-
purché ci si inginocchi per il via.
Patria o no-
purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene,  all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, questi altri sentimenti-
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verità:
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
E’ un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata
In ogni instante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
– lui solo.

 

Almirante santo!!!

Lunedì 9 luglio su Rai1 è andata in onda, come ogni anno, la solita trasmissione su padre Pio, condotta da Massimo Giletti. Tra i tanti ospiti illustri non poteva mancare donna Assunta Almirante (introdotta come “la moglie di uno degli uomini politici più importanti del nostro paese”) che ha descritto un incontro avuto con il futuro santo: “non dimenticherò mai quando padre Pio predisse a mio marito  che sarebbe morto nel suo letto, non ti ammazzeranno, tu Giorgio sei un santo che cammina” e via di seguito con filmati sul dirigente fascista e altri commenti sull’incontro tra i due.

Su Almirante e sulla sua “santità” è stato scritto anche in queste pagine in occasione del fallito tentativo di intitolargli una via a Mirano, ma è sempre meglio ricordare le sue parole contenute nel “La difesa della razza” del 5 maggio 1942:

Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto lo spirito alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d’una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti, finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome  e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose – fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue.

Per quanto riguarda padre Pio e capire il perchè di tanta benevolenza nei confronti di un fascista e razzista bisogna ricordare un episodio della sua vita descritto dallo storico Sergio Luzzato nel suo libro “Padre Pio, Miracoli e politica nell’Italia del novecento, 2007, Einaudi, Torino pagg. 97-98”:

«Nell’autunno del 1920, fu per ragioni più sanguinose delle stigmate di padre Pio che s. Giovanni Rotondo fece notizia su tutti i giornali d’Italia (…) Il mattino del 14, l’eccidio annunciato: un corteo socialista, un contro-corteo  antisocialista, un pugnale sguainato, due esplosioni, la truppa che spara, quattordici contadini morti sul campo (tutti appartenenti al campo dei “rossi”) (…) quanto a padre Pio, la strage a pochi passi dalla sua cella non sembrò lasciare sull’animo del frate stigmatizzato tracce più visibili di quelle che la lontana ecatombe della grande guerra avesse lasciato sull’animo del prete- soldato Forgione (…) Tuttavia, se pure la figura di padre Pio non occupò che lo fondo della scena, la sua presenza in loco risultò determinante in due circostanze. Lo fu alla vigilia del massacro, nell’agosto, quando un gesto pubblico del “santo” ( la mano destra alzata, l’autore ne parla a pag.99 n.d.r.) suggellò l’unità del fascio contro i socialisti. E lo fu all’indomani del massacro, quando nell’entourage di padre Pio venne ammesso il capo dello squadrismo foggiano: abbozzo provinciale di quello che il clerico-fascismo sarebbe poi divenuto su scala nazionale»

Il capo dello squadrismo foggiano di cui parla Luzzato non è altri che Giuseppe Caradonna padre di Giulio Caradonna  un altro picchiatore fascista con cui padre Pio intrattenne rapporti e tutti e due erano importanti esponenti del MSI diretto da Almirante. Un’altra cosa da sottolineare: a san Giovanni Rotondo, nelle elezioni che vinsero i socialisti, padre Pio appoggiava il blocco dei clericali, fascisti ed ex-combattenti denominati “Arditi di Cristo”.

La registrazione dell’intervista: intervista di giletti a donna assunta almirante

Un articolo di Franco Cardini sul Libro di Luzzato: http://www.toscanaoggi.it/notizia_3.php?IDCategoria=205&IDNotizia=8863

Un altro libro su padre Pio: http://www.kaosedizioni.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=77:santo-impostore&Itemid=14

Sapere per non dimenticare

Una vera scienza storica non può avere niente in comune  con l’affermazione che gli atti e le decisioni di una sola persona possano essere causa  di una guerra Mondiale. Con questa iniziativa si tenterà, attraverso vari incontri, di analizzare l’hitlerismo in Germania ed il fascismo in Italia, da  chi sono stati messi in piedi, chi li ha  armati e quali erano i veri obiettivi del capitale finanziario internazionale, occulto finanziatore di questa forza d’urto criminale.
Nella serata  di Venerdì 22 giugno alle ore 20.45 in Sala Errera a Mirano con l’aiuto di due storici potremmo conoscere e approfondire la fase più tragica e drammatica della  Seconda Guerra mondiale nella  parte iniziale con l’invasione dell’ URSS e nella parte finale con lo sbarco in Normandia, soprattutto dal punto di vista militare ed economico, non slegato dalle conseguenze distruttive, la più distruttiva delle guerre che la storia ricordi e che l’umanità ha patito con 50 milioni di morti.

Terza Festa Nazionale dell’Anpi a Marzabotto

Dal 14 al 17 giugno a Marzabotto (BO) si svolgerà la terza Festa Nazionale dell’ANPI.

Carlo Smuraglia, Presidente dell’ANPI:

Abbiamo scelto un luogo che “parla da sé”, e che allo stesso tempo è in grado di costituire uno straordinario motore di partecipazione, di entusiasmo civile, di utile e forte immersione nelle radici, e, di più, un concentrato simbolico fortissimo: la memoria per costruire un futuro di libertà e democrazia. Allo scopo l’abbiamo dedicata a tutte le vittime delle stragi nazifasciste, ma intitolata proprio “la memoria batte nel cuore del futuro”

Il programma: https://docs.google.com/open?id=0B9EZVVVyy4LjNFpGWmFBZkYzak0ONpCLX8qSy8gnUj01NNyXSL4

18 Maggio: “Fascist Legacy” in Sala Errera a Mirano

“So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori” Benito Mussolini ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943.

Fascist Legacy (“L’eredità del fascismo”) è un documentario in due parti sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale, realizzato e mandato in onda nei giorni 1 ed 8 novembre 1989 dalla BBC.
La prima parte tratta dei crimini di guerra commessi durante l’invasione italiana dell’Etiopia e nel Regno di Jugoslavia. Enfasi vi viene posta sull’impiego dell’iprite, o gas mostarda, da parte del Generale Pietro Badoglio, sui bombardamenti di ospedali della Croce Rossa e sulle rappresaglie dopo un attentato contro l’allora Governatore italiano dell’Etiopia. La sezione che esamina l’occupazione della Jugoslavia cita gli oltre 200 campi di prigionia italiani sparsi nei Balcani, in cui morirono 250.000 internati (600.000 secondo il governo jugoslavo), e si sofferma sulle testimonianze relative al campo di concentramento di Arbe (Rab in lingua serbo-croata) e sulle atrocità commesse nel villaggio croato di Podhum, presso Fiume.
La seconda parte tratta del periodo successivo alla capitolazione italiana nel 1943 e si rivolge principalmente all’ipocrisia mostrata tanto dagli USA quanto soprattutto dai britannici in questa fase. L’Etiopia, la Jugoslavia e la Grecia richiesero l’estradizione di 1.200 criminali di guerra italiani (i più attivamente ricercati furono Pietro Badoglio, Mario Roatta e Rodolfo Graziani), sugli atti dei quali fu fornita una completa documentazione. Entrambi i governi alleati videro però in Badoglio anche una garanzia per un dopoguerra non comunista in Italia, e fecero del loro meglio per ritardare tali richieste fino al 1947 quando i Trattati di Parigi restituirono la piena sovranità al paese: gli stati sovrani in genere non estradano i propri cittadini. L’unico ufficiale italiano mai perseguito e condannato a morte da un tribunale britannico fu un antifascista, Nicola Bellomo, responsabile della morte di prigionieri di guerra britannici. La voce narrante originale è di Michael Palumbo, storico americano autore del libro “L’olocausto rimosso”, edito -in Italia- da Rizzoli. Vengono inoltre intervistati gli storici italiani Angelo Del Boca, Giorgio Rochat, Claudio Pavone e il britannico David Ellwood.
I diritti dell’opera, tradotta in lingua italiana dal regista Massimo Sani, furono acquistati dalla RAI nel 1991, ma il documentario non venne mai mandato in onda. L’emittente La7, invece, trasmise degli ampi stralci di Fascist Legacy nel 2004 all’interno del programma Altra Storia.

In compenso la Rai il 7 febbraio 2005 (in occasione della Giornata del Ricordo), trasmise lo sceneggiato “Il Cuore nel Pozzo” che in sostanza è un impianto di memoria artificiale stile “Total Recall”: durante la seconda guerra mondiale, un’Italiana residente in Slovenia e il suo bambino, frutto della violenza subita da un partigiano sloveno, son minacciati dalla furia slava del partigiano, che vorrebbe trucidare lei e il bimbo. Sarà un prete italiano, don Bruno, a metterli in salvo. Il pozzo è ovviamente la foiba dove finirà don Bruno.
Non venne trasmesso “Fascist Legacy” perché in quel documento si racconta che gli Italiani che invasero l’ex Jugoslavia fecero un carnaio: distrussero e incendiarono interi villaggi, giustiziarono, violentarono e torturarono, gestirono campi di concentramento, dove si andava a morire anche per il semplice fatto di NON essere italiani.

Una giornata per la Memoria, una per il Ricordo. Cosa succede quando la memoria storica più imbarazzante viene annullata? Che si creano ricordi falsi per riempire il vuoto. Il documentario “Fascist Legacy” sarebbe una buona cura ma la Rai non lo manda in onda. Da 23 anni.

Numerose sezioni dell’Anpi e altrettante organizzazioni antifasciste l’hanno proiettato in questi anni in tutta Italia e adesso lo proietta l’Anpi di Mirano nella Sala Conferenze di Villa Errera il giorno 18 maggio alle ore 20.30. Ingresso libero.

Qui il video completo:

http://www.youtube.com/watch?v=2IlB7IP4hys&feature=plcp

Gino Donè – Un veneto con Guevara

Riceviamo dagli amici della sezione “La Spasema” dell’ANPI di Belluno Sinistra Piave, l’invito per una serata su Gino Donè un partigiano che ha combattuto nella Resistenza veneta ed è stato uno dei primi rivoluzionari nella spedizione sul battello Granma nel 1956. Il giorno 27 aprile alle ore 20.30 presso il Palazzo delle Contesse a Mel (BL) verrà proiettato il documentario “Gino Donè – Un veneto con Che Guevara”. Venite numerosi.

La locandina: 27_aprile_300dpi

http://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Don%C3%A8_Paro

Cineresistenza: Nazirock

VENERDÌ  20 APRILE ALLE 20.30 SALA ERRERA MIRANO

CONTINUA IL CINEFORUM “CINE-RESISTENZA”!!

L’ ANPI di Mirano, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, e la Rete degli Studenti Medi di Mirano, associazione di studenti caratterizzata come sindacato studentesco, presentano

CINE RESISTENZA!

4 serate di rassegna cinematografica e dibattito su temi sociali e politici, sia storici che contemporanei.
Analizziamo la società attraverso la pellicola, creiamo un ponte fra più generazioni a confronto:
FACCIAMO CINE RESISTENZA!

Quarta pellicola in proiezione “NAZIROCK”
REGIA: Claudio Lazzaro
Nazirock – Il contagio fascista tra i giovani italiani.
E’ il titolo del film documentario che porta la firma di Claudio Lazzaro Leggi tutto “Cineresistenza: Nazirock”

CineResistenza: Amen

 

CONTINUA IL CINEFORUM “CINE-RESISTENZA”!!

L’ ANPI di Mirano, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, e la Rete degli Studenti Medi di Mirano, associazione di studenti caratterizzata come sindacato studentesco, presentano

CINE RESISTENZA!

4 serate di rassegna cinematografica e dibattito su temi sociali e politici, sia storici che contemporanei.
Analizziamo la società attraverso la pellicola, creiamo un ponte fra più generazioni a confronto:
FACCIAMO CINE RESISTENZA!

Seconda pellicola in proiezione “AMEN”
REGIA: Constantin Costa Gavras
TRAMA: Tratto da “Il Vicario” di Rolf Hochhuth.
Due sistemi: la macchina nazista da un lato, la diplomazia del Vaticano e degli Alleati, dall’altro. Due uomini che lottano dall’interno: una figura realmente esistita, un chimico ufficiale delle SS, Kurt Gerstein, ed un giovane gesuita, Ricardo Fontana, un personaggio inventato che rappresenta tutti quei preti che hanno avuto il coraggio di lottare contro la barbarie.

L’incontro è gratuito e aperto a tutta la cittadinanza.

 

 

Prossimi film in proiezione: 6.4.2012 “20 Sigarette”; 20.4.2012 “NaziRock”